
Nella sua lunga e prestigiosa carriera Dino Zoff ha vestito le maglie di Udinese, Mantova, Napoli e Juventus. Con i bianconeri si è aggiudicato sei scudetti, una Coppa Uefa e due Coppe Italia, mentre con la maglia della Nazionale italiana ha vinto l'Europeo del 1968 e, soprattutto, il campionato del Mondo del 1982.
E' stato un grandissimo portiere, uno tra i migliori interpreti del ruolo nella storia del calcio mondiale, ma, soprattutto, è stato un campione dentro e fuori dal campo, un modello al quale ispirarsi per generazioni di calciatori e di portieri. Un vero professionista che ha sempre creduto nel lavoro sul campo e nella possibilità di raggiungere grandi traguardi, indipendentemente dall'età, non a caso è diventato il vincitore più anziano di un campionato del Mondo, all'età di 40 anni.
Un portiere dotato di grande tecnica, che preferiva alla spettacolarità dell'intervento l'efficacia. Riusciva a rendere apparentemente semplici interventi difficili, grazie al senso della posizione ed al suo equilibrio mentale. Quest'ultimo il suo punto di forza, capace di aiutarlo a superare i momenti difficili, rafforzandolo. Alle critiche ha sempre risposto sul campo, con la forza delle prestazioni e mai con quella della polemica. Ha mantenuto i piedi ben saldi a terra anche nei momenti migliori, senza mai nutrire la presunzione di essere il "migliore", bensì di avere la necessità di migliorarsi costantemente, giorno dopo giorno, per poter dare sempre il meglio di sé.
DINO ZOFF RACCHIUSO IN UNA PARATA
Se dovessimo scegliere la parata che meglio può rappresentare la carriera di Zoff, dovremmo chiedere alla "macchina del tempo" di accompagnarci a quel 5 Luglio 1982, per la precisione a Barcellona, stadio di Sarrià, dove andò in scena Italia - Brasile. Gli azzurri contro ogni pronostico stavano battendo per 3 a 2 la più grande nazionale brasiliana di sempre, spingendola fuori dal mondiale; quando al minuto 89 il brasiliano Oscar colpì la palla di testa indirizzandola verso la porta azzurra. In quella lunghissima frazione di secondo gli occhi del mondo rimasero su quella palla, il volto di ogni brasiliano si apprestava ad urlare "goal" quando Zoff, con un riflesso incredibile riuscì ad intercettare la palla sulla riga di porta. Questione di pochi centimetri, alla sua mano era aggrappato un intero Paese e lui non lo tradì; bloccò quella palla evitando il goal e spedendo il Brasile all'inferno. Da grande capitano si caricò poi sulle proprie spalle una nazione in cerca di riscatto e l'accompagnò alla finale di Madrid contro la Germania. Quella stessa mano alzò al cielo la Coppa del Mondo.
Una parata mondiale, un'intera carriera racchiusa in uno straordinario gesto tecnico.
ZOFF ALLENATORE
Anche da allenatore ha saputo togliersi la soddisfazione di strappare qualche record; primo tecnico a conquistare nel 1990 con la Juventus la coppa UEFA dopo averla vinta da giocatore, mentre con la Lazio il record di panchine, ben 202. Ha allenato anche la Fiorentina nel campionato 2004/2005 conducendola alla salvezza. Da allenatore della nazionale italiana va ricordato il secondo posto nell'Europeo del 2000.
Il giorno del suo addio al calcio disse: "smetto perché non posso parare anche l'età", inconsapevolmente invece è riuscito a parare anche quella, consegnandoci un campione senza tempo.
Auguri Dino!

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