
Il Torino vive momenti assai difficili come troppo spesso accade negli ultimi tempi, tuttavia mai avrei pensato che il brillantissimo uomo d'affari cresciuto all'ombra di Berlusconi fino a diventarne degnissimo erede come editore proprietario di stampa e televisione nonché di una squadra calcistica avesse tutta questa malasorte.
La piazza granata è oggettivamente esigente per il passato glorioso del Grande Torino che toccò vittoria e tragedia allo stesso tempo creando così l'intramontabile leggenda dell'unica squadra di club amata come la Nazionale dagli sportivi tutti d'Italia.
E' dura superare gli Invincibili di quegli anni, praticamente impossibile, però col dovuto rispetto e imperatura gratitudine si può benissimo continuare a duellare con la cugina e ricca Juventus per l'egemonia popolare in città, inserendosi anche nella lotta scudetto come fece sotto la presidenza di Orfeo Pianelli con cui vinse il settimo ed ultimo scudetto nella stagione 75/76 grazie a giocatori favolosi come Paolo Pulici e Ciccio Graziani, Claudio Sala e Renato Zaccarelli, Eraldo Pecci e Luciano Castellini, Roberto Salvadori e Patrizio Sala. Allenatore di quella formazione di veri uomini Toro il sergente di ferro Gigi Radice, roba da pelle d'oca!
Da allora nessuno alla guida della società e della squadra, ad eccezione di Emiliano Mondonico sulla panchina, ha potuto evitare figuracce e cadute in serie B tradendo sistematicamente il generosissimo e parimenti illuso cuore granata dei tanti tifosi incapaci di trattenere rabbia e frustrazione allora come oggi.
La morale che mi sento di trarre e consigliare è però una soltanto: fiducia illimitata nel nuovo e capace mister Marco Giampaolo sebbene fallimentare nelle ultime avventure in panca, capacissimo tuttavia di risollevare magicamente le sorti granata come accadde in una situazione praticamente identica all'Atalanta con Giampiero Gasperini.
L'unica differenza potrebbe farla Urbano Cairo licenziandolo inopinatamente anziché difenderlo a tutti i costi davanti ai giocatori come fece appunto Percassi e prima ancora il suo autentico mentore Silvio Berlusconi in difesa di Arrigo Sacchi la cui partenza sciagurata nascondeva però il futuro trionfale che solo un presidente visionario e vincente come il Cavaliere poteva intuire e raggiungere davvero.
Affidarsi ai tanti ragazzi della storicamente ottima Primavera farebbe poi la differenza, che bisogno c'è di comprare così massicciamente all'estero? Accanto all'unico vero intoccabile gallo Belotti, capitano coraggioso e degno, punterei per esempio su Edoardo Priore come fece Gasperini con Andrea Petagna per rivoluzionare l'attacco.
Avanti tutta allora, in questo momento serve rifarsi all'autentico spirito Toro, quello indomabile e mai vinto con cui riguadagnare lo splendore che la sua storia merita, tanto meglio con Cairo anziché il solito tycoon americano che non la conosce né la merita.
Potrebbe accendersi veramente il nuovo fuoco granata
Stanno avverandosi le parole profetiche di questo bel pezzo.