
Andrea Agnelli è notoriamente un decisionista soprattutto con le vecchie glorie, se poi il suo delfino Pavel Nedved decide per lui era inevitabile la cacciata di Max Allegri, finito stavolta in lacrime. Fosse stato per me e la gran parte dei tifosi bianconeri il livornese avrebbe fatto le valigie da un bel pezzo, sicuramente all'indomani delle cadute in Champions League dove proprio non ci ha mai capito nulla.
Facile stravincere in Italia se la concorrenza è rappresentata da Napoli e Inter ,meno imporsi a livello europeo dove conta correre e giocare con ben altri ritmi e schemi. La riconosciuta arguzia tattica di acciuga Allegri evidentemente non è stata sufficiente ,così come Il suo mantra di contenere più di attaccare interpretato allo sfinimento, col risultato di ben poche partite davvero memorabili se non quando costretto a farlo come contro l'Atletico.
Il 5+5 da lui rivendicato nella conferenza stampa di addio è meglio resti il famoso e ben più gustoso panino livornese, del resto a Torino sono abituati meglio fin dai tempi del caviale che Michel Platini mise sul tozzo di pane che era costato come sosteneva l'inarrivabile Avvocato Agnelli.
Viva insomma il cambiamento e l'aria nuova che soffierà sullo Stadium ad alimentare la voglia di Ronaldo e soci verso il successo europeo che manca dai tempi di un altro allenatore di ben altro riconosciuto valore, Marcello Lippi toscano di sabbia e non di scoglio come il cocciuto livornese che ci ha proprio sbattuto il capo contro la coppa dalle grandi orecchie, per dedicarsi magari all'ippica di cui resta grande appassionato e conoscitore come pochi altri .
Caustico pezzo di stampo tipicamente toscano che dovrebbe proprio garbare all’esonerato livornese.