
In casa Atalanta tutto sta procedendo secondo i piani, o quasi. Il diktat fissato a fine stagione da Percassi in primis e poi da Gasperini è stato il seguente: "Prima trattenere i big, e poi aggiungere 3-4 innesti per la Champions". Per il momento, i tre tenori dell'attacco nerazzurro (così vengono chiamati a Bergamo Ilicic, Gomez e Zapata) non si sono mossi di un millimetro, a dispetto di chi già a maggio aveva dato per certo 2/3 a Napoli. Il patron Percassi ha eretto un muro davvero invalicabile anche per quelle big europee a cui basterebbe strisciare una carta di credito per comprare chiunque a questo mondo, ma la società orobica è cresciuta anche sotto l'aspetto strategico e non ha più nessuna intenzione di fare da satellite alle altre.
Con tanta convinzione, ma soprattutto con tanta prepotenza è riuscita a sorpresa a sbaragliare la concorrenza e in pochi giorni a chiudere l'affare Muriel, con buona pace di Milan e Fiorentina, non intenzionata a riscattarlo. In seguito è sbarcato anche l'ucraino Malinovskyi, con l'endorsement di un certo Schevcenko che di calcio se ne intende un poco, a mio modo di vedere. Ora il trend sembra essersi invertito: non sono più i giocatori a volersene andare dall'Atalanta, ma è diventata Bergamo l'isola felice dove poter dare forma ai propri sogni. Tutto bello, ma allora perché sulla trequarti la società fatica a trovare anche un vice Ilicic?
Partiamo da questo presupposto: Di Ilicic ce n'è uno solo, e sostituire il suo genio è davvero imponderabile, ma a livello numerico qualcuno serve sempre. Come ogni genio soffre di incostanza, soprattutto fisica, e se l'anno scorso tutto è girato per il verso giusto, ora non è detto che la fortuna vesta di nerazzurro. Urge subito un sostituto che possa farlo rifiatare e conservarlo per il grande palcoscenico della Champions, dove la sua qualità certamente dovrà fare la differenza.
Serve quindi un profilo di una certa caratura? Assolutamente no, e a confermarlo sono proprio gli obiettivi seguitio dall'Atalanta: Verdi, Perotti, Iago Falque, Joao Pedro, Farias...tutti esterni di corsa e qualità che sicuramente in un contesto tattico come quello nerazzurro potrebbero fare bene, ma tutti convinti di dover rendersi protagonisti con le attuali squadre per poter crescere ulteriormente.
La verità quindi è che questa favola orobica sul mercato si sta dimostrando un'arma a doppio taglio, perché se è vero che molti qui potrebbero trovare un'isola felice, molti altri non desiderano vivere all'ombra di giocatori che hanno fatto la storia, scegliendo per una volta di non scegliere affatto. Alla fine qualcuno arriverà, perché l'Atalanta ha bisogno come il pane di un vice Ilicic, ma se c'è una cosa che ci ha insegnato proprio la squadra di Gasperini è che con il lavoro e l'abnegazione ogni obiettivo è raggiungibile, e molte squadre da mesi sembrano proprio aver voluto seguire il cammino tracciato dalla Dea affidandosi ai propri mezzi e alla convinzione che un gruppo unito può andare più lontano di uno costruito attorno a delle stelle.

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