
Mi sono sempre diviso fra colui che fa eseguire le regole in campo avendo svolto il ruolo di arbitro di calcio nella sezione stupenda e favolosa di Molfetta iniziando dall'anno 1999 e poi giocando con gli amici non sempre gli stessi in porta ma nel campo di calcio a 5.
Quindi per me il calcio è la pietra miliare su cui ho edificato i miei hobby e come contorno ci metto la partecipazione ininterrotta al fantacalcio organizzato dalla redazione a cui omaggio di questo articolo ovvero per la Rosea Gazzetta dello Sport e nell'anno d'oro 2003 sono arrivato 47 in quella generale finale e pure nella classifica del girone di ritorno ho colto nel segno.
Quindi per me il calcio giocato e quello interpretato e quello vissuto sulle spalle dei calciatori da me scelti nel caso del fantacalcio stesso è sempre stato qualcosa di magico e profetico.
Ma a differenza di molti padri che indirizzano il figlio alla scuola calcio e lì si formano i talenti del domani dovevo capire da me che potevo avere uno splendido futuro come portiere di calcetto in Italia e avrei potuto giocare a livelli alti tipo in serie A-1 e regalarmi questa opportunità.
Peccato davvero perché sicuramente e non scherzo avrei rivaleggiato agli Europei e ai Mondiali con il più forte portiere di tale sport in Italia tale Mammarella a cui mi sono sempre ispirato per come è stato forte e per il suo carisma invece per le cose matte tipo una sera in una partitella ho parato con una rovesciata una mia idea e ho riproposto un'altra sera la mossa dello Scorpione del folkloristico portiere colombiano Higuita.
Insomma il mio sogno doveva essere fare il portiere di calcio a 5 fin dai 16-17 anni e raggiungere livelli alti con il duro e massacrante allenamento quindi un'occasione gettata al vento davvero.
Ora con un gomito sinistro lesionato per una sciagurata caduta da un ponte gioco a volte sempre in porta a calcetto infrangendo il diniego dei medici ma paro a mezzo servizio e comunque a volte a 38 anni che ho regalo ancora pezzi di bravura.
Mario rimprovera a Mario stesso che doveva avere questa idea a tempo debito.
Ma oramai il presente è questo e si augura almeno di regalare comete e bagliori le poche volte che deciderà di scendere in campo e questo per dimostrare che la disabilità è superabile con sforzo e intuito e tutto sta nel credere in ciò che si fa.
Vai Mario regalaci sempre cose belle ora e nel prossimo futuro.

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