Sono sicuro che avete già capito che sono un nostalgico e voglio inaugurare questa rubrica col sorriso così come quel genio brasiliano ha sempre trattato la sua amata sfera, sapete di stiamo parlando, no? Proprio lui, Ronaldinho Gaucho. Dinho è stato uno dei calciatori più amati dai tifosi di tutto il mondo, semplicemente perché, oltre a una tecnica straordinaria e unica, sorrideva e trasmetteva gioia negli occhi di lo guardava sia dal vivo che in tv. Nel 2002 si laurea campione del mondo ed è autore di uno dei gol più belli di quel mondiale. Ma non è ancora il Ronaldinho che tutti conosciamo. Nel 2003 si trasferisce in Catalogna, alla corte blaugrana, intenta a sfidare sempre di più il Real dei Galacticos, ed è lì che scocca la scintilla che ha acceso per anni gli animi dei centomila del Camp Nou. Ronaldinho si dimostra subito all'altezza delle aspettative, segna tantissimo, sforna assist e giocate superlative, ma soprattutto vale il prezzo del biglietto, perché con il Gaucho in campo lo spettacolo è assicurato. Siamo nel 2005, Santiago Bernabeu, si gioca il Clasisco, ed è lì che Ronaldinho abbatte e chiude definitivamente l'era dei Galacticos con due gol-fotocopia in slalom. Tutti i tifosi del Bernabeu e non solo, sono in piedi ad applaudire il 10 blaugrana. Gol, assist, tunnel, elastico, nolook, rabona, magari tutti in una partita, sono i motivi che spingono i tifosi blaugrana e di tutto il mondo ad ammirare questo fuoriclasse. Nel 2006, prima di vincere la Champions League, nella semifinale contro il Milan a San Siro, Dinho dà sfogo a tutto il suo repertorio, giocando una partita sontuosa e mandando il porta Giuly con un assist tagliadifesa. E' al top. Estro e fantasia al servizio degli amanti del calcio. Andava a ritmo di samba ma nessuno riusciva a stargli dietro, idolo di molti bambini e non, Ronaldinho ha lasciato qualcosa di indelebile nel mondo del calcio, il sorriso che ogni bambino, sin dall'inizio, deve avere quando calcia un pallone. E ora, samba!

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