
Se fosse un film, la storia recente del Milan si intitolerebbe "Quel tunnel senza uscita". E' un film già visto tante di quelle volte, negli ultimi anni, che verrebbe voglia di fermarlo, riavvolgerlo, e farlo ricominciare sperando che, prima o poi, il finale cambi. Certo, è indubbiamente prematuro parlare di finale, ma quel po' di esperienza che ho mi insegna che l'aria che tira non è buona, nemmeno in questa stagione. Ogni anno si ripete uguale a se stesso, con le stesse premesse, le stesse speranze, le stesse illusioni, e soprattutto le stesse delusioni.
Fuochi d'artificio sul mercato, un inizio di stagione in cui la parola d'ordine è "lavoro", qualche buona apparizione, non sempre corredata dai punti, ma che lascia ben sperare, e poi l'atteso esame di maturità contro quelle che dovrebbero essere le dirette rivali, puntualmente fallito, con la conseguente discesa agli inferi. Intorno a Natale c'è l'avvicendamento in panchina, una piccola illusoria risalita, e il finale di stagione nuovamente anonimo, dove l'obiettivo Europa League viene acciuffato per i capelli.
Fino a quando una delle società più blasonate e importanti del mondo, potrà trascinare se stessa, e soprattutto la sua immagine, in questo faticoso viaggio alla ricerca di una credibilità perduta? Una maglia tanto gloriosa, oggi riesce solo nell'impresa di intristire anche un campione come Higuain.
Non molti anni fa, chi veniva a giocare al Meazza non ci provava nemmeno a essere così spregiudicato da pensare di venire a Milano a dare fastidio ai rossoneri. Prevalentemente gli avversari si difendevano, nella speranza di non essere sotto di tre gol al termine del primo tempo, cercando di prolungare l'agonia il più possibile. Oggi non è più così, nel corso degli anni, squadre come Empoli, Sassuolo, Atalanta, Frosinone, Benevento, solo per citarne alcune, hanno fatto punti in casa del Milan.
Il capitolo scontri diretti poi, è un vero pianto greco: contro l'Inter due sole vittorie negli ultimi 15 derby di campionato, due contro la Juventus negli ultimi 14 incontri di Serie A, infine contro il Napoli una sola vittoria negli ultimi 15 scontri. Un ruolino da provinciale, queste tre avversarie hanno frequentemente vinto contro il Milan in questi ultimi anni.
Non è più tollerabile questo andamento, tutti dalla dirigenza, all'allenatore, ai giocatori, devono imboccare il loro boccone amaro, caricarsi sulle spalle il peso della sconfitta e il loro pezzetto di responsabilità, e fare finalmente il lavoro per cui sono pagati: riportare questa gloriosa società dove deve stare, tra le migliori al mondo. Il tempo delle scuse non solo è finito, non più contemplato, le chiacchiere sono foglie al vento, la storia non po' più attendere i rossoneri, i tifosi non vogliono più dover sperare. Ci vogliono solo i risultati. Subito.
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