
Dopo aver conquistato la serie B, il Lecce punta deciso a quella serie A che manca da ormai sette anni. Parte del merito di questa scalata è da attribuire a Fabio Liverani, non più una rivelazione. L’ex centrocampista di Perugia e Lazio è ormai una certezza in panchina. Dopo il 7-0 rifilato al mal capitato Ascoli,- Vivarini sarebbe in bilico-, i giallorossi si candidano alla promozione diretta. Le prossime due gare contro Pescara e Cosenza, entrambe al Via del Mare, potrebbero risultare decisive in tal senso.
Difficile arginare il Lecce tra le mura amiche. Il pubblico salentino è secondo per numero di spettatori solo al Benevento. Non inganni il largo punteggio, Lecce-Ascoli non è stata una partita zemaniana. I salentini hanno costruito la vittoria partendo da una fase difensiva ottimale. I primi a difendere, a rincorrere gli avversari, sono stati i tre attaccanti, bravissimi non soltanto in zona gol.
Un tridente ben assortito in cui la fantasia di Mancosu e l’estro di Falco sposano alla perfezione il cinismo sotto porta di La Mantia. È l’intera orchestra di Liverani a funzionare alla perfezione. Il centrocampo ha trovato il faro in Tachsidis. Il calciatore greco è diventato un punto fermo dell’undici titolare grazie alla sua esperienza ed alla capacità di dettare i tempi di gioco. Tabanelli e Petriccione hanno contribuito con tre reti alla goleada contro il Picchio. Diversi per caratteristiche tecniche, ugualmente determinanti, non hanno sbagliato praticamente nulla.
Tabanelli è maggiormente portato al gioco offensivo, e non potrebbe essere diversamente visto che ha come modello di riferimento Kakà. Petriccione è portato al palleggio, abile nella fase di recupero e di impostazione. Un equilibrio perfetto, un mix tra esperienza e gioventù in cui spicca la saggezza di Fabio Lucioni. Il centrake difensivo ha già vinto la serie B con il Benevento. Anche in Campania indossava la maglia giallorossa. Lecce come Benevento? Repetita iuvant, dicevano i latini.
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