
Onore al Bayern Monaco giunto alla sua sesta Coppa dei Campioni, curiosità vuole sia lo stesso numero di Coppa Uefa o Europa League che dir si voglia del Siviglia in questa rivoluzionata e avvincente fase finale dei 2 massimi tornei continentali per club.
Gary Lineker uno dei più grandi attaccanti della storia recente non solo inglese, ora commentatore per la tv britannica , sostiene che "il calcio sia uno scontro di 11 contro undici in cui a vincere siano in genere i tedeschi". Come dargli torto...
La cosa che più mi ha colpito di questo magnifico Triplice trionfo giunto dopo campionato e coppa nazionali è la disarmante normalità di Hansi Flick in panchina ,una rarità di questi tempi, simile a Zinedine Zidane a Madrid per stile e sobrietà senza tuttavia essere stato calciatore di rinomata classe e carisma come il franco-algerino . I giocatori tedeschi notoriamente essenziali nel loro stare in campo e fuori con lui si sono esaltati sentendosi liberi da schemi o forzature tattiche, esprimendo da subito tutta la proverbiale loro potenza e tenacia abbinate naturalmente alla buona base tecnica imparata come da tradizione fin dalle giovanili. Quando inanelli 11 vittorie su 11 partite di Champions non serve aggiungere altro , se non doverosamente che dall'altra parte i degni antagonisti del Psg giunti con pieno merito a giocarsi la prima finale abbiano letteralmente gettato al vento almeno un paio di nitide e facili occasioni di segnare con la premiata ditta Mbappé & Neymar associati negli errori.
Degne di menzione tra gli sconfitti le prestazioni maiuscole del capitano Thiago Silva giunto al passo d'addio- spererei di ammirarlo ancora una volta in Italia- di un tenacissimo Bernat inesauribile motorino in fascia, oltre che del solito cuor di leone e ottimo difensore goleador Marquinhos. Chi oggi gode della loro sconfitta sostenendo che nel calcio non vinca necessariamente chi spende oltremisura come fanno gli emiri loro padroni, farebbe meglio a pensare al vero, innegabile e inesorabile fallimento italiano che accomuna poveri e ricchi, Atalanta e Juventus, Inter e Napoli senza soluzione di continuità, con dirigenti e presidenti al solito pressapochisti o semplicemente incompetenti e per niente lungimiranti come allenatori esagitati ed umorali, con parrucchino o senza.
Non si spiegherebbero diversamente i trionfi personali nelle file bavaresi del match winner Coman ma anche e soprattutto degli ex interisti Perisic e Coutinho malamente prestati , venduti o allenati che dir si voglia.
Non ci resta che consolarci con l'arbitraggio di un italico Orsato dai più esaltato ma al solito niente di straordinario, questo del resto passa il misero convento, di certo aggiudicarsi un trofeo internazionale vale molto di più di 10 scudetti consecutivi .
Solidità tedesca al solito redditizia ,l’autore lo sottilinea opportunamente da par suo.
Impeccabile pezzo sugli impeccabili trionfatori della Champions.