
Da eroe dei 2 mondi a anonimo panchinaro,questo l'amarissimo verdetto che e' toccato al re di Roma Danielino De Rossi finito nel dimenticatoio in men che non si scriva nella sua espatriata verso la garra argentina. Un duro come lui finisce con le ossa rotte e non mi riferisco ovviamente agli infortuni che pure hanno minato il suo apprendistato al Boca, la squadra argentina fondata dagli emigranti genovesi ,una sorta di madre patria che non gli ha detto per niente bene pero'.
La maledizione yankee dopo Francesco Totti ha colpito ancora piu' duro il suo barbuto vice, come lui caduto in disgrazia una volta deciso di staccarsi dalla generosa mammella di casa Roma da cui si sono abbeverati da lupacchiotti fino a diventare veri leoni degni del Colosseo.
Chissa' cosa fara' Totti da grande ,al momento pare stia ancora studiando il da farsi, mentre la carriera di De Rossi come calciatore appare compromessa . Nulla da eccepire conoscendone l'indomito carattere se intendesse rescindere il contratto stipulato pochi mesi fa con gli argentini ,magari rinunciando ai quattrini che di certo non erano stati la ragione della sua scelta inconsueta di misurarsi in un calcio povero ma ricco di motivazioni come la super Liga , al contrario di Pelle', Cannavaro , Capello o il pioniere Marcello Lippi arricchitisi a dismisura in Cina.
Penso che la definitiva spallata alle sue illusioni sia venuta dall'assistere alla fondamentale gara di ritorno di Copa Libertadores contro gli eterni rivali del River Plate detentori del trofeo scomodamente seduto in panca, li' sicuramente il nostro eroe si sara' chiesto chi glielo abbia fatto fare di rifiutare la Fiorentina che lo voleva fortemente , ritrovandosi magari in coppia con l'altro veterano Franck Ribery a far impazzire i tifosi viola. Peccato, sara' per un'altra volta: nel frattempo voglio sperare che l'esilarante soap opera "Da Capitan Futuro a Tano Seduto" non ci riservi altre catastrofiche puntate.
Povero De Rossi,vittima sacrificale di un’ingloriosa “fine carriera mai”.