
Chi lo dice che la mediocrità sia la rovina dello sport o che produca necessariamente uno spettacolo noioso? E' vero, la lotta per lo scudetto è ormai un retaggio del passato, una sorta di mos maiorum, visto che da otto anni la Juventus fa praticamente un campionato a parte; gioca da sola, vince e si assegna il titolo. L'acquisto di Cristiano Ronaldo, poi, ha evitato anche il fastidio di ricercare delle antagoniste credibili. Cosa vuoi ricercare quando alla squadra migliore aggiungi anche il calciatore più forte sul pianeta? Le velleità napoletane di contendere lo scudetto alla Juve sono a stento sopravvissute al Natale; già a Carnevale sotto il Vesuvio festeggiavano il secondo posto.
La bagarre per la terza e quarta posizione ha così scongiurato il rischio che il campionato divenisse più soporifero di una tournée di Albano, che gli stessi ucraini considerano una minaccia per la sicurezza nazionale ipotizzando chissà quali complotti dietro un verso minaccioso come Felicità è il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente. A sette giornate dal termine, sono addirittura sei le squadre che si contendono i rimanenti due posti utili per la zona Champions : Inter, Milan, Lazio, Atalanta e Roma, a cui potremmo aggiungere il Torino mentre la Sampdoria, sconfitta in casa proprio dalla Roma, sembra ormai tagliata fuori.
A rendere appassionante questa lotta è proprio il livellamento verso il basso delle contendenti, che con i loro innumerevoli passi falsi si rimettono reciprocamente in corsa; in linea di principio Inter e Roma, per la qualità dei loro giocatori, avrebbero dovuto centrare l'obiettivo abbastanza facilmente ma, per farlo, avrebbero rinnegato se stesse. Il calcio, per loro, deve per forza trasformarsi in uno psicodramma collettivo, in cui il corto circuito emotivo produce il fallimento sportivo; ci vorrebbe uno Spalletti su entrambe le panchine ed un Monchi come direttore sportivo per portare questo meccanismo a livelli di perfezione. Ad ogni modo, l'Inter resta la più accreditata per la conquista del terzo posto finale anche per i punti di vantaggio già acquisiti. Se farà bottino pieno nelle quattro partite sulla carta abbordabili (Frosinone, Udinese, Chievo ed Empoli) e strapperà almeno due pareggi contro Juventus, Roma e Napoli ha la qualificazione in tasca.
Per il quarto posto sarà lotta all'ultimo punto soprattutto fra Lazio, Milan ,Roma e Atalanta mentre il Torino, che insegue a tre punti, potrebbe rientrare in caso di frenata brusca di tutte le avversarie. Le previsioni sono però assai complesse perché queste squadre sono state costantemente discontinue ed hanno sprecato troppe occasioni anche contro compagini di bassa classifica; sarà decisivo lo stato di forma che le contendenti manterranno durante il rush finale e la capacità di sfruttare ogni episodio favorevole. Il calendario non sembra avvantaggiare una squadra in particolare; è vero che l'Atalanta deve affrontare tre trasferte durissime contro Juventus, Napoli e Lazio però i bergamaschi sono probabilmente la squadra più continua ed anche quella che ha fatto un torneo ampiamente al di sopra di ogni aspettativa.
In linea di massima potremmo ipotizzare fra i 14 e i 17 punti per tutte le contendenti nelle sette partite finali; ma, essendo queste raccolte in soli tre punti, ci viene voglia di invocare l'americanissimo too close to call, ossia una sospensione del pronostico per i margini di incertezza troppo elevati. Non potendo contare su quattro o cinque squadre di livello internazionale, accontentiamoci perciò del fascino discreto della mediocrità.
La Roma aveva tutte le carte in regola per entrare in champions ma non riesce mai a fare un salto di qualità definitivo.In più la politica vendi e compra della società non l’aiuta a crescere. Specie se acquista male come quest’anno…
Esattamente. La Roma americana ci ha abituato da sempre a cessioni dolorose ma quest’anno gli arrivi sono stati assai più dolorosi delle partenze.