
Data che possiede una potenza storica non indifferente, oggi simbolo nel nostro paese della lotta militare contro le azioni e le ideologie nazionalsocialiste di quasi un secolo fa, il 25 Aprile non si ferma al 1945 e sopratutto non si ferma solo nel nostro paese. Siamo nel 1950, a Chicago, USA, e durante l'annuale draft NBA viene scelto dai Boston Celtics un afroamericano, il primo nella storia del massimo campionato cestistico americano. Il suo nome è Chuck Cooper, allora un talentuoso 24enne, figlio di un postino e un'insegnante. Arriva da Pittsburgh, Pennsylvania. Da soldato nell'esercito americano a soldato sui cambi di pallacanestro nella guerra al razzismo e ai pregiudizi che in quegli anni inquinavano gli Stati Uniti. Uno dei simboli della lotta che milioni di afroamericani intrapresero per i propri diritti e la propria umanità. Una grande icona sportiva che nel 2019 guadagna un posto nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame, uno dei massimi rionoscimenti della pallacanestro internazionale che premia i cestisti e non che più hanno permesso a questo sport di migliorarsi sportivamente e umanamente.
È il 25 Aprile 1950 e, come cinque anni prima nel nostro paese, si assiste ad una liberazione dall'oppressione razzista, all'inizio di una reazione, alla scintilla del cambiamento.
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