
Il 14 agosto Giuseppe Carelli, icona del baseball italiano, ha festeggiato anche lui in modo sobrio i 60 anni. Impossibile essere felici dopo la notizia del crollo del ponte "Morandi" a Genova. Per ricordare il grande campione varie testate e anche l'ufficio stampa del Codogno Baseball '67 le hanno dedicato uno speciale.
In una lunga intervista lui parla dei suoi inizi a Codogno. Come molti si è avvicinato al Baseball facilitato dal fatto che abitava a poche decine di metri dal campo e allenandosi sulla vicina pista d'atletica si incuriosì tanto che volle provare. Aveva 15 anni ed era il 1969 quando cominciò ad imbracciare la mazza che lo rese famoso.
Nel 1975 andò a Milano in serie A1 dove maturò grande esperienza e questa fu utile nel 1976 quando tornò a Codogno e fu l'uomo partita in finale per il titolo italiano grazie al suo Mitico home run da 4 punti che mandarono in visibilio tutta la piccola cittadinanza Lodigiana con caroselli d'auto ed altro.
Nel 1977 accettò l'ingaggio del Rimini dove rimase oltre 15 anni e col quale vinse 5 scudetti e 2 Coppe Campioni. Ci fu una parentesi a San Marino nel 1988. Giocò anche con la Nazionale Italiana e fu a Los Angeles alle Olimpiadi con la fascia di Capitano e miglior battitore ai Mondiali in Olanda 1986.
Quando si ritirò nel 1995 rimase nel baseball come trainer al Riccione e per una stagione anche a Codogno. Se non era per quell'anno in cui allenò il Codogno si vedeva raramente allo stadio tranne quando venne con l'Italia nel 1977 e nel 2006 partecipò alla rievocazione storica della famosa partita del 1976 che valse al Codogno il titolo Italiano assoluto.
Gran parte di aneddoti o ricordi su di lui li trasmise a noi appassionati di Baseball a Codogno suo padre Pietro, vera enciclopedia del baseball, scomparso pochi anni fa. Nella sua lunga intervista sul sito del Codogno Baseball'67, il Beppe oltre a ricordare i suoi trascorsi da giocatore a Codogno cita anche Giangiacomo Sello come il grande appassionato a cui Codogno deve uno splendido campo e una radicata passione per questo sport trasmesso a tanti.
Grazie Beppe!
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