
Sembra inverosimile che un organismo invisibile nel giro di pochi mesi abbia cambiato la vita a ognuno di noi, eppure è così. La prima chiusura nel mese di marzo, pur essendo inaspettata, è stata superata dal grande senso di unità nazionale che noi italiani dimostrammo al mondo intero, quasi a riscattarci agli occhi del pianeta per le vessazioni e umiliazioni continue che la nostra classe dirigente ci procurò tra gli anni 1990 e 2018.
La seconda ondata invece è stato un vero colpo da ko (come prendere un pugno da Mike Tyson), dal quale in pochi potranno rialzarsi a fine pandemia, e nonostante ciò molte attività hanno continuato ad andare avanti, e tra queste c'è sicuramente quella del mondo dello sport sia agonistico che amatoriale. Anche se i campionati e le varie competizioni agonistiche erano ferme, ognuno di noi ha continuato ad allenarsi individualmente e con ogni mezzo possibile, non potendo fare altro.
Per quanto mi riguarda sono stato fortunato perché vivendo a Roma la sindaca Raggi si è dimostrata molto elastica verso la nostra realtà, infatti, ci ha permesso di continuare a correre in solitaria in luoghi privi di assembramenti e pericoli di contagio. Le uniche difficoltà le ho avute quando, correttamente, le forze dell'ordine mi fermavano per il controllo di routine, e che dimostrando l'allora inseparabile autocertificazione, superavo senza intoppi.
Il mio lavoro è fatto di interminabili giornate sul set e al Teatro, le quali (come ben saprete) dopo il primo Dpcm dell'8 marzo sono state annullate tutte, e per cause di forza maggiore ho impostato la mia vita con più allenamenti, più corsi online di recitazione e purtroppo più tempo in casa. Appartengo alla categoria delle persone fortunate che hanno avuto ampio sostegno dallo Stato, che ringrazio nonostante l'errore imperdonabile di aver abbassato la guardia nei mesi estivi, perché senza il suo aiuto non sarei riuscito a cavarmela dignitosamente.
Professionalmente ero in continua crescita, lo sport lo utilizzavo per restare in forma e per ben presentarmi sui vari set che frequentavo, ma dopo la chiusura ho dovuto invertire la rotta, aumentando le sedute impegnative e aggiungendo 4 ore settimanali di recitazione abbinate allo studio quotidiano dei vari copioni. La settimana tipo prevedeva 5 sedute di corsa e altrettante di bici.
Nella corsa non andavo oltre le 2 ore di lungo (sempre indossando una specifica mascherina) a 4e30 al km, a cui affiancavo allenamenti da 1 ora e 30 minuti con fartlek, ripetute corte in salita da 100 metri, e variazioni medie in pianura da 1 a 3km, per poi concludere con fondo medio e corsa iperlenta di recupero. Nella bici indoor non superavo mai le 4 ore di durata, mentre tutte le altre pedalate non erano superiori alle 2ore e 30 minuti, in cui includevo s.f.r. da 1,5 km., ripetute brevi da 2 o 3 km in pianura, e fondo medio e rigenerante.
Nel giro di quei tre mesi mi sono ritrovato una forma invidiabile con tempi che non facevo da anni, tanto da sperare a un ritorno all'agonismo. Il mio entusiasmo, purtroppo, è durato poco perché la seconda ondata mi ha sconvolto la vita (come a tutti) facendomi perdere, certezze, tranquillità, sonno e visione del futuro, oltre che alla forma fisica, perché la troppa paura di andare sul set mi ha tenuto fermo e bloccato per tutto il mese di novembre.
Ora dovrò faticare per ritrovare il ritmo ante-covid, ma a 46 anni non devo rattristarmi e abbattermi perché i credenti non si arrendono mai, anche se perdono spesso le loro battaglie quotidiane. Nella chiusura forzata di fine ottobre ho cercato di scrivere articoli sportivi quasi ogni giorno, e continuato ad allenarmi come sempre. Ammiro chi fa il giornalista di professione, mestiere interessante, gratificante e allo stesso tempo stancante mentalmente.
Adesso Fabio vi saluta e spera in cuor suo che lo vediate presto in qualche film di qualità, oltre che in teatro (nella stagione 2021/22) dove esprime, nel suo piccolo, il meglio di sé stesso.
- Login o Registrazione
DI' LA TUA
0