
Impressionante. Non ci sono altri aggettivi per descrivere la performance di Novak Djokovic nella finale degli Australian Open contro Rafael Nadal. Visto l'ottimo rendimento di entrambi nei turni precedenti ci si aspettava una finale molto combattuta, ma così non è stato. E' finita 63 62 63 in poco più di due ore di gioco, con lo spagnolo che non è mai riuscito a mettere in difficoltà il serbo. Un punteggio ancora più netto se pensiamo che dei 26 giochi disputati solo quattro si sono decisi ai vantaggi. Un match a dir poco eccezionale del tennista di Belgrado, che non ha commesso neanche un doppio fallo, ha portato a casa l'80% di punti con la prima di servizio e ha annullato l'unica palla break concessa al maiorchino; Ha messo a segno 34 vincenti a fronte di soli 9 errori gratuiti. Si tratta del quindicesimo trionfo in uno Slam per Djokovic, il terzo consecutivo (dopo Wimbledon e US Open 2018), il settimo agli Australian Open. In totale è il titolo numero 73 nel circuito maggiore.
Dopo la sconfitta nei quarti del Roland Garros dello scorso anno contro Marco Cecchinato, il serbo ha giocato ad un ritmo incredibile, raggiungendo la finale in otto dei dieci tornei disputati e ha perso solo cinque dei quarantasette match giocati. A livello Slam salgono così a 21 le partite vinte consecutivamente. Grazie a questo successo a Melbourne, Djokovic si aggiudica un assegno da oltre 4 milioni di dollari e 2000 punti, importanti non solo per il ranking ma anche in ottica ATP Finals. Partirà favorito anche nei Masters 1000 americani di Indian Wells e Miami in programma a marzo.
Nel torneo di doppio è arrivato il successo della coppia francese Mahut-Herbert, che a Melbourne avevano perso la finale del 2015 contro Fabio Fognini e Simone Bolelli. Oggi si sono imposti con il punteggio di 64-76 su Kontinen e Peers.
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