
Una flebile speranza ancora c'è, ma la frittata all'italiana fatta in occasione del versamento di 78 milioni da girare all'ATP come garanzia per il binomio ATP Finals-Torino, ha sicuramente fatto storcere il naso al management dell'ATP Tour.
Scontro totale o mancanza di fondi? Le parti discordano sul reale motivo di questa nuova probabile disfatta dello sport nazionale a livello organizzativo e politico. C'è chi dice che la mancanza di fondi sia il problema reale, chi dice che è tutto riconducibile allo scontro Lega-M5S e al mancato appoggio del Governo all'amministrazione comunale torinese. Chi che siano un pò l'una un pò l'altra le cause, e chi parla di poca organizzazione da parte del comune torinese.
Fatto sta che, ora come ora, città come Londra (che ospita il Master dal 2009), Manchester, Tokyo e Singapore siano un step o due davanti, sia come budget, sia come copertura media, sia come impianti che come (soprattutto) garanzie economiche e d'immagine.
Questo è un notevole peccato, perché evidentemente uno sforzo collettivo, da parte di tutte le sponde coinvolte, poteva essere fatto. Forse la percezione del tennis in Italia non è ancora globalizzata come nel resto del mondo. Forse si sottovaluta ancora l'immenso potere commerciale e di business che gira intorno al tennis. Eppure i risultati degli Internazionali BNL d'Italia sono sotto gli occhi di tutti: crescita esponenzialmente costante, sviluppo in crescita netta, benefici per l'immagine e per lo sport nazionale in generale.
Vero è che le Finals sono un evento molto più costoso degli Internazionali d'Italia, ma il ritorno economico, d'immagine e di crescita sarebbe stato assicurato e importante. Dovessimo perdere questo treno, difficilmente ne ripasseranno altri così appetibili, facendo apparire il nostro management sportivo il figlio minore rispetto a quelli delle altre casate internazionali.
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