
Dal 2012 sino a oggi i tanti appassionati di motori italiani, specialmente quelli più navigati, spesso ripetevano un quesito che altrettanto sovente non trovava mai una risposta chiara ed esauriente: “Ma perché non c’è più un pilota italiano in griglia?”. Infatti, dopo l’addio di Trulli e Liuzzi nel 2011, la bandiera italiana era scomparsa dalla griglia di partenza del campionato automobilistico più famoso al mondo, a causa di tanti motivi difficili da quantificare (quasi tutti però riconducibili alla mancanza di sponsor o di manager all’altezza). Oggi però possiamo dire che quell’amaro in bocca svanirà nel 2019: Antonio Giovinazzi guiderà come pilota titolare l’Alfa Romeo Sauber al fianco di Kimi Raikkonen, trovando finalmente quel sedile stabile che il pilota pugliese cercava da due anni.
Giovinazzi è pilota del Ferrari Driver Academy dalla fine del 2016, quando sfiorò il titolo in Gp2 arrivando al secondo posto dietro al francese Pierre Gasly, attuale pilota Toro Rosso e futuro compagno di squadra di Verstappen al posto del partente Ricciardo. Bon Giovi, che in quel 2016 ottenne diverse vittorie tra cui quella in gara 1 a Monza, si era sempre ben distinto in tutti i campionati minori che aveva disputato, perciò la chiamata della Rossa fu ampiamente meritata, così come la doppia chance che ebbe in F1 nel 2017 con la stessa Sauber. Il team svizzero infatti sfruttò i grandi rapporti con la Ferrari per avere in prestito il pilota italiano per i primi due GP della stagione, visto che il titolare Pascal Werlhein era indisponibile a causa di un infortunio alla schiena. Giovinazzi sfruttò quella chance alla grande in Australia, dove si piazzò dodicesimo in una gara ben gestita, e malissimo in Cina, dove l’inesperienza sul bagnato gli causò due incidenti identici in qualifica e in gara.
Dopo quelle volte, il pilota pugliese ha affrontato due stagioni di apprendistato tra la pista (ha svolto alcune sessioni di libere con la Sauber e la Haas) e il simulatore di Maranello, ruolo che ha ben svolto considerando che in alcune occasioni ha aiutato virtualmente il team in loco a trovare gli assetti giusti (come in Ungheria l’anno scorso e in Canada quest’anno). Alla fine Bon Giovi ha finalmente raccolto i frutti di tanto lavoro: la Sauber sponsorizzata dall’Alfa è un team in crescita che già quest’anno si è tolto diverse soddisfazioni con Leclerc e Ericsson (che probabilmente andrà o in Indycar o nel Wec). Avere per giunta un veterano come Raikkonen al suo fianco non può che essere un gran vantaggio. Gli ingredienti per far bene ci sono davvero tutti. Non deluderci, Bon Giovi!
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