
A Lecco ci si dovrebbe cominciare a chiedere perché l'amata squadra locale abbia dato il 110 % solo nel doppio confronto con il Como. I 2 derby infatti non hanno avuto storia con gli aquilotti del Resegone capaci di rifilare 7 gol a 0 agli odiati cugini, rispettivamente 3 al Sinigaglia e 4 al Rigamonti-Ceppi appena una settimana fa.
Posso capire ci si possa beare in eterno per l'impresa che rimarrà giustamente nella storia calcistica non solo lecchese, tuttavia c'e' da capire in special modo perché non si riesca a replicare nel resto del torneo una simile attitudine anche nei confronti delle altre squadre.
Personalmente un'idea me la sono fatta in tempi non sospetti, basterebbe rileggere il mio articolo scritto all'indomani delle sconfitte seriali di Capogna e soci lontano dalla città manzoniana , specialmente con squadre nettamente inferiori,spesso lombarde.
Individuavo allora come ribadisco oggi nel manico della Calcio Lecco 1912 mister Gaetano D'Agostino la naturale causa di questo altalenante quanto insopportabile cammino , frutto della sua mentalità assolutamente deficitaria ai massimi livelli ,al contrario della proprietà dei Di Nunno ,pugliesi assai ambiziosi e desiderosi di accontentare tifosi notoriamente esigenti come i caldissimi supporters blucelesti. È sufficiente vedere il perenne suo sguardo rivolto verso il basso nelle stucchevoli conferenze stampa prima e dopo i match per rendersene conto, quando parla di mancanza di personalità e carattere dei suoi uomini dovrebbe invece riferirsi a se stesso in primis, se è vero come è vero che il suo score sulla panca annovera al massimo Anzio, Villafranca e Alessandria .Non si può più sentire il riferimento al passato discreto -ma nulla più- da giocatore per ritenerlo un bravo allenatore, così come rimarcare allo sfinimento l'attuale serie positiva della sua formazione fatta essenzialmente di pareggi, spesso a reti inviolate come l'odierno col Pontedera,non depone certo a suo favore,anzi.
Nulla di personale,sia chiaro, di questo passo però inutile farsi soverchie illusioni col supponente tecnico siciliano nostante i ripetuti sforzi del suo degno compare Fracchiolla responsabile del mercato di mettergli a disposizione un turbillon di giocatori all'ingrosso ,incapaci però di esprimere un gioco piacevole e corale prerogativa delle grandi squadre dove si vede chiaramente la mano dell'allenatore, in questo caso del tutto assente.
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