
C'è chi parla di proprietà cinica, chi di una gestione senza riconoscenza, chi di giusta politica di ringiovanimento. La verità è che Giuseppe Marotta saluterà la Juventus da fine ottobre, per poi lasciare entro l'anno definitivamente i quartieri juventini.
L'annuncio della separazione è arrivato per bocca dello stesso interessato, il quale, anche con un po' di commozione, ha fatto intendere come questa scelta non sia dipesa da una sua decisione. Rapporti raffreddati e tesi con Agnelli e una parte della dirigenza? Poteri in mano a Pavel Nedved, Fabio Paratici e una giovante e rampante classe di nuovi giovani dirigenti? Difficile dirlo, la verità potrebbe stare nel mezzo.
Certo è che la figura di amministratore delegato sembra stia diventando obsoleta nel calcio moderno. Tuttavia i successi e le capacità di Marotta sono sotto gli occhi di tutti. La scelta di Agnelli sta spaccando la tifoseria in due: si tratta di una mossa saggia o avventata?
La programmazione è stata una parte fondamentale per il rilancio della Juventus targata Agnelli-Marotta. La dirigenza e la proprietà hanno in questi anni dimostrato lungimiranza e un progressiva crescita economica e aziendale. Non è un caso se si è passati dal rifiuto di Di Natale all'arrivo di Cristiano Ronaldo.
I fan confidano in una programmazione a lungo termine e possibilmente ancora vincente, anche se il suo ingranaggio più importante (Marotta) non ne farà più parte. Paratici, vero fuoriclasse nel suo settore, potrebbe avere le redini gestionali della sezione sportiva.
Sarà da capire se anche Nedved sarà in grado di avere una gestione mediatica e organizzativa come Marotta. La dirigenza non ha mai deluso i suoi tifosi, ma sarà interessante vedere l'evolversi di questa delicata transizione.
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