
Chi se non Cristiano Ronaldo poteva segnare lo storico gol numero 5000 della Juventus in Serie A? Chi se non il fenomeno di Madeira poteva decidere il derby con un buon Torino e portare la Juve a quota 46 punti (15 vittorie in 16 partite? Era destino evidentemente.
La sedicesima giornata di Serie A, aperta con la vittoria dell'Inter a San Siro contro l'Udinese, è un'altro colpo a un campionato se non già virtualmente chiuso almeno già prenotato, da mesi. La vittoria nel derby ha ribadito, se ancora ce ne fosse bisogno, la supremazia degli uomini di Allegri sulle altre rivali. Nonostante le assenze di Cancelo e Cuadrado, la squalifica di Bentancur e la fase ancora di rodaggio dopo l'operazione di Emre Can, i bianconeri trovano tre punti d'oro, giocando un calcio tecnicamente non eccelso come quello a cavallo tra ottobre e novembre, fa di grande forza mentale e di coesione totale.
Un'amalgama di campioni e uomini spogliatoio, gestiti da un campione della panchina come Allegre. Se il gioco proposto dal livornese vive ancora di alti e bassi, le critiche nei suoi confronti fanno sorridere; quando la squadra mette in mostra il suo bagaglio tecnico, tattico e fisico, il gioco corale e molto piacevole. Basti vedere le due sfide con il Manchester United. Paradossalmente la sconfitta di Torino è stata una performance esteticamente quasi perfetta, se non fosse stato per le troppe occasioni gol sciupate.
In un momento in cui la forma fisica dei giocatori bianconeri non è al top, ecco uscire fuori una solidità e una maturità ormai palesate, in Italia. Dopo la sosta rientreranno tutti a disposizione. La parte cruciale dell'anno si ha tra marzo e aprile e, con un campionato virtualmente prenotato, il focus sarà sulla Champions.
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