
Ed eccoci qui, a raccontare gli psicomomenti dell'Inter, allenatori che sbroccano, giocatori dagli occhi sperduti, tifosi a caccia di capri espiatori e società silente. Chi non ha mai pensato che questa squadra potesse vincere lo scudetto o chissà che, forse ora può fare un'analisi più equilibrata.
Partiamo da due presupposti: L'Inter è arrivata quarta nel 2016 e nel marzo scorso era terza, poi il crollo al settimo posto ha condizionato tutto. Secondo presupposto: Suning aveva promesso un grande mercato, ma alla fine è arrivato qualche buon giocatore, ma la rosa è risultata incompleta. Ma non era e non è scarsa.
La narrazione che va per la maggiore, squadra di scarsi e Spalletti che fa il miracolo di portarla al primo posto non regge. Anche il tecnico di Certaldo ha commesso i suoi errori: Scarso turn-over, modulo sbagliato e sopratutto continui messaggi mediatici destabilizzanti. Stasera ha sbroccato, e questo è un problema. Ora ci vuole l'intervento della società. Antonello, Sabatini, Steven, Ausilio e Javier devono prendere in mano la situazione.
Questi giocatori devono avere più fame, Spalletti deve avere più fiducia in questo gruppo, la società deve battere un colpo. Non tutto è perduto, anche se non vincere per sette partite di fila tra campionato e coppa fa male. Un mese di non-vittorie, ma con una difesa che tutto sommato tiene e la consapevolezza di aver incontrato squadre al massimo della forma come Udinese, Sassuolo e Fiorentina, aver tenuto botta con Juventus (pur senza mai crossare e tirare) e Lazio. In precedenza, diciamolo, non era mancata un po' di fortuna e l'aver spesso affrontato squadre non al meglio o rimaneggiate.
La sosta calza a pennello per ricaricare le pile, poi arriverà la Roma, quindi una serie di partite abbordabili con Spal, Crotone, Bologna, Genoa e Benevento. Amala.
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