
Sembrava la notte dei sogni, il profumo di Colonia un dopobarba vincente di una squadra che voleva eliminare dieci anni di scorie.
Ma la schiuma a fine gara è solo di pura rabbia, e incredulità: l'Inter ha compiuto una impresa. Quale? Quella di regalare il sesto trionfo in Europa League al Siviglia, compagine attrezzata evidentemente per vincere questo torneo.
La partita è una inspiegabile evoluzione di un suicidio calcistico: gli andalusi erano almeno due gradini sotto ai nerazzurri che però, incartandosi al massimo con folli scelte tattiche del loro allenatore, sono riusciti a perdere un torneo ampiamente alla loro portata.
Antonio Conte, ci spiace dirlo, è il principale responsabile della sconfitta, così come era stato l'artefice precedentemente di una crescita morale e fisica, ma purtroppo non tattica, prima dell'atto finale.
Un atto impuro, potremmo chiamarlo, quello perpetrato in Germania che ha portato a fine gara a parlare di vero e proprio addio dell'ex allenatore della nazionale italiana. Per sostituirlo il nome in arrivo potrebbe essere D'Aversa e non Allegri (la società non potrebbe permettersi di pagare Spalletti e il tecnico leccese, oltre all'ex allenatore della Juventus pluri scudettata) ma di questo si riparlerà a breve quando oggi Zhang si vedrà con l'entourage di Antonio da Lecce.
La partita di ieri sera è stata la sintesi di tutti i fallimenti europei del condottiero nerazzurro.
L'isteria del primo tempo, folle e pieno di calcioni ed errori anche marchiani di giocatori che avevano abituato a ben altro; Il secondo tempo a ritmi di partitella tra amici, che nemmeno la moviola in campo avrebbe potuto essere più essere più lenta. La mancata lettura di situazioni in campo evidenti a tutti è stata poi la ciliegina su una torta senza alcuna candelina.
Un match partito benissimo, sfuggito in maniera incredibile grazie alle due belle reti di De Jong (con la difesa piazzata e male), riacciuffato dalla splendida rete di Godin a fine primo tempo, meritava una seconda frazione diversa.
Ma qui è arrivato il patatrac!
I ritmi crollati nella ripresa imponevano un cambio di modulo e di uomini: la difesa a tre in Europa non ha portato mai nessuno a vincere qualsivoglia trofeo. Era giusto cambiare, avere coraggio e assaltare il fortino del Siviglia.
Invece no, il solito gioco di passaggi tra i tre centrali, in avanti Lautaro Martinez assolutamente impresentabile e Lukaku sprecone sono stati il presagio dell'autorete di Romelu: la tragedia e la bellezza dello sport quando il tuo uomo migliore ti fa perdere quello per cui hai lottato.
Ma l'errore è stato prima: perché tenere in campo Brozovic e soprattutto Gagliardini (che ha commesso la trattenuta da cui è scaturito il 3-2 finale)?
Soprattutto Eriksen, apparso spaesato quando è entrato a frittata fatta? Il danese, giocatore apprezzato da tutta Europa per talento e qualità è stato letteralmente sfigurato dal tecnico che evidentemente non ne ha gradito l'acquisto.
Un giocatore che ha bisogno di una squadra che difenda a 4, che abbia almeno due scudieri dietro di lui e che possa liberamente creare calcio e quegli assist che potrebbero essere una manna per gli attaccati: Conte non lo ha mai aiutato in questo, e lo ha accantonato in panchina nonostante le pressioni della società (uno dei motivi della lite con Zhang è stato proprio il danese caldeggiato da Marotta).
Eriksen ha chiesto di essere mandato via, qualora Conte fosse rimasto e la società ci sta pensando seriamente.
Purtroppo per vincere un trofeo internazionale ci vuole una mentalità diversa, coraggio e non speculare sull'avversario. Però non è neanche giusto distruggere quanto di buono fatto quest'anno, un vero punto di partenza dopo tanti anni inutili.
Ma questa sarà un'altra storia: con o senza Conte!

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