
Leggere oggi la formazione della Grande Inter del mago Helenio Herrera negli anni sessanta fa capire come l'epopea vincente e indimenticabile della Beneamata fosse legata quasi esclusivamente a formidabili uomini prima che giocatori italiani.
La lista prevedeva gente come Sarti fra i pali, Picchi, Burgnich, Guarnieri e Facchetti nelle retrovie, Tagnin, Mazzola ,Corso e Milani davanti, affiancati giusto per non farsi mancare niente dagli unici due stranieri fuoriclasse del calibro di Suarez e Jair.
Logica ogni vittoria ottenuta senza proporre nessun effetto speciale , che poi non era richiesto ,ma con tutta la sostanza implacabile del buon gioco all'italiana a mettere tutti d'accordo, il Presidente Angelo Moratti come l'ultimo dei tifosi.
Un po' il discorso visto venti anni dopo con Giovanni Trapattoni in panchina, guardacaso un altro ex Juventus un po' come sta accadendo oggi con Antonio Conte, l'uomo della svolta. Con la sua Inter dei record pesavano eccome gli Zenga, Bergomi e Ferri, Mandorlini, Bianchi , Matteoli e Berti nonche ' un fior di attaccante come Aldo Serena, molto piu' efficace sottorete di quanto riesca a fare come improbabile e stucchevole opinionista.
Distinguerei da tutti gli altri periodi successivi i due intermezzi vincenti piu' celebri e significativi , con relativi tecnici , vale a dire il risorgimento di Roberto Mancini post Calciopoli anni 90 e la "Seconda Grande Inter" di Mourinho del nuovo secolo, accomunati dalle vittorie degli scudetti in serie il primo e il leggendario Triplete il secondo attraverso il massiccio impiego di calciatori stranieri .
In quegli anni la squadra milanese manteneva fede piu' che mai al suo nome inteso ovviamente come Internazionale ,ma io preferisco di gran lunga dedicarmi all'odierna Rinascita dell'orgoglio nazionale parlando dei nuovi autentici campioncini Stefano Sensi e Nicolo' Barella su tutti, senza dimenticare l'apporto tricolore alla bisogna dei vari Gagliardini e Politano, e soprattutto D'Ambrosio e Candreva maggiormente impiegati.
Chiuderei in bellezza con un duo di assoluto valore di cui sentiremo parlare presto in virtu' dei loro mezzi non comuni: il difensore scuola Atalanta Andrea Bastoni e la mezzala Sebastiano Esposito, il gioiello cresciuto ad Appiano dalla classe cristallina destinato a rinverdire i fasti di Beccalossi.
Vincere con la pattuglia italiana darebbe ad Antonio Conte ancora piu' gusto e orgoglio, di certo la sua impronta cosi' simile ai predecessori Herrera, Trapattoni e Mourinho sarebbe ancora piu' profonda per la gioia della Proprieta' cinese smaniosa di conquistare il mondo issando il tricolore sulla cima di ogni sua conquista.
- Login o Registrazione
DI' LA TUA
0