
Vittoria rocambolesca e fortunosa, gioco completamente assente e scelte nuovamente molto discutibili: Marco Giampaolo, nonostante i tre punti di Marassi rischia di saltare e di essere sostituito alla ripresa del torneo.
Una notizia che fuoriesce dall'ambiente rossonero ormai più che convinta che il "non gioco" del funereo tecnico sia una delle concause della crisi. Ovviamente anche il mercato clamorosamente sbagliato ha i suoi "meriti", ma il tecnico sembra non avere capito neanche che gruppo abbia di fronte.
Quindi l'esonero record sembra vicinissimo, e al massimo la panchina del tecnico sembra ad orologeria. Una bomba pronta a deflagrare al più presto, in una compagine completamente scollata e disunita nello spogliatoio. Rebic continuamente ignorato, i nuovi mai inseriti e una paura folle di cambiare qualcosa sembrano le cause del disastro. A Genova si è visto nella ripresa che il trequartista il Milan l'avrebbe, Paquetà, e ci si chiede il senso del suo costante accantonamento per mettere in campo un turco impresentabile ai più.
Anche la crisi di un Piatek che al netto del suo periodo no è uno di quei giocatori che potrebbero al presto essere definito "bidone": ennesimo regalo fatto alle casse di Preziosi, al quale hanno abboccato Maldini e Boban, le cui colpe sono evidentissime. Il polacco non è da Milan, ormai è chiaro a tutti: ha vissuto una stagione meravigliosa che spesso capita a giocatori medio bassi. Ti riesce tutto, ma il campione si conferma e non sparisce alla prima difficoltà.
Giampaolo comunque non ha trovato quella che si chiama "quadra", anzi ne sembra lontanissimo. Definito "maestro" dai media, forse lo potrà essere delle elementari: ma il Milan è l'università dove si resiste solo se si è al top. I tifosi, quelli veri, lo sanno e lo vedono subito abituati a ben altro. In un paese in cui non ci si dimette mai ammettendo l'incapacità delle proprie forze, allora lo sport nazionale del licenziamento è l'unica. Ma questa sarà la prossima storia che scriveremo.

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