
“Essere un uomo” ed “essere un giocatore” non hanno lo stesso significato. “Essere un giocatore” significa fare magie con il pallone, “essere un uomo” fare magie con la vita. Ma quando un buon giocatore di pallone brilla anche per la sua vita diventa un esempio che non passa come un’ombra sul campo da calcio, e quando va via, lascia la sua impronta per sempre. E l’impronta di Fabio Pisacane, sulle strade ora assolate ora ventose della sua Cagliari, parlerà sempre un po’ di lui, anche ora che la sua partenza a Lecce non gli permetterà di vestire la maglia che ha tanto onorato.
Se si crede che sia pura retorica, basta aprire la sua pagina Instagram, che semplicemente conferma il senso d’appartenenza che ha sempre manifestato, con sobrietà e gran cuore. Si legge:
“Cagliari, siamo al momento dei saluti. Il calcio è fatto di cicli, che hanno un inizio e una fine. Quando sono arrivato non potevo immaginare che, qui da te, avrei trascorso tutto questo tempo, né che ti avrei amato così tanto da sceglierti come città della vita. Ogni partita. Ogni allenamento. Ho dato, sul campo, sempre tutto me stesso con il massimo della professionalità. Se qualche volta ho sbagliato… so che mi hai perdonato, perché sai che ho sempre provato ad onorare la tua gloriosa maglia. Sarò sempre un tuo tifoso, perciò ti auguro di volare sempre più in alto. I miei figli cresceranno tra le tue bellezze. La mia famiglia resterà qui. E mi raccomando: quando non ci sono, prenditi tu cura di loro. Proprio come, sempre, hai fatto con me. Un abbraccio grande. PisaDog”
Nato a Napoli ma sardo d’adozione, Pisacane incarna perfettamente l’essenza dello spirito sportivo: è forza e onestà. La forza lo porta, quando è ancora un ragazzo che milita tra le file del Genoa, ad affrontare a testa alta e con sacrificio il mostro della malattia, nel momento in cui la sindrome di Guillain-Barré lo getta nel dramma del coma e della paralisi. L’onestà gli impone di denunciare una proposta di soldi in cambio di una partita combinata, garantendogli il conferimento del titolo di ambasciatore FIFA. Per le sue vicende umane il TheGuardian lo nomina nel 2016 “giocatore dell’anno”.
Ma lui non si è mai sentito un eroe, come ha dichiarato. È sempre stato un uomo, di quelli che vivono la vita in punta di piedi non per paura delle responsabilità ma per rispetto e per umiltà. I giudizi tecnici sono poi ascrivibili a ciascuno e sempre rispettabili, ma sarebbe ingiusto e falso negare che abbia sempre dato il mille per cento per la maglia del Cagliari, accettando critiche e panchine senza parole di troppo, mettendo in campo tutto il suo entusiasmo e la sua energia per la squadra, accompagnandola con onore nelle vittorie e nelle sconfitte.
Pisacane è un uomo, di quelli che lasciano una traccia, che realizzano i propri sogni con merito, che vivono la vita con magia. Per questo Cagliari non può dimenticarlo, per questo sarà sempre casa sua.

- Login o Registrazione
DI' LA TUA
0