
Partiamo da un assunto: uscire in Coppa Italia ai quarti di finale in una gara secca non è sicuramente un disonore. Dopo quattro trofei tricolori vinti ci può stare che un anno ciò non sia avvenuto. Fa parte del calcio, non si può vincere sempre e in gara secca la giornata (o serata no) si paga spesso con l'eliminazione. In questo turno sono crollate anche la Roma (travolta sotto sette reti dalla Fiorentina) e il Napoli (sconfitto da boom boom Piatek che ha trascinato i rossoneri in semifinale): stiamo parlando delle prime tre squadre dello scorso campionato e delle capofila (capitolini a parte, ormai caso da psichiatria consumata) di questo.
Ribadiamo, anche se non è necessario, che l'Atalanta è una meravigliosa macchina guidata da un allenatore vero come Gasperini che fa di marcature, corsa e pressing a tutto campo un mantra efficace che da anni fa dei bergamaschi una certezza e non più una rivelazione. Aggiungiamo che l'entusiasmo degli "Atleti Azzurri d'Italia" e una voglia superiore all'avversario hanno fatto il resto.
Tutti questi presupposti, sommati a una condizione fisica precaria e non poco, hanno caratterizzato e creato le basi per l'umiliazione subita dalla Juventus ieri sera a Bergamo. Un 3-0 senza repliche, un disastro sportivo che fa sfilare il primo obiettivo della stagione dei bianconeri, che vanifica (aggiungerei per fortuna) il possibile triplete.
La realtà è che dopo averci seriamente provato con la Lazio, dove lo scippo a volto scoperto è accaduto più per la dabbenaggine sotto porta dei biancocelesti che per meriti veri della squadra di Allegri, ieri sera è avvenuto il delitto perfetto ed è giunta, con pieno merito, l'eliminazione.
Sotto accusa, e va detto subito, il tecnico Allegri che si mostra inadeguato per quel che riguarda le trame di gioco che continua ad essere inesistente: e non siamo dei matti a dirlo. La Juventus basa la sua forza su una difesa d'acciaio, sul restare sempre in partita, sulla gestione della gara in attesa dell'episodio che puntualmente arriva perché c'è una qualità di giocatori tale che è impossibile che non arrivi quasi sempre.
Ma quando mancano Bonucci e Chiellini (entrambi mancheranno un mese), improvvisamente crollano i totem! La difesa diventa di burro, e anche alcune scelte del tecnico livornese mancano di logica e sono completamente immotivate. De Sciglio centrale e non Caceres: perché? L'ex milanista, che ha omaggiato Duvan Zapata con un meraviglioso retropassaggio senza alcuna logica ma che per la mania che hanno i bianconeri di giocare col portiere (questa cosa del calcio moderno non la capirò mai!) può averne, è completamente negato per il ruolo.
Vogliamo parlare del centrocampo? Senza Pjanic non si riesce a fare un passaggio a due metri, Khedira sembra un palo piantato in mezzo al campo, non corre e non serve a nulla: sembra davvero un ex giocatore e non è il caso di puntarci per le partite che contano.
E Dybala? E' il più fulgido esempio dello scempio tecnico compiuto dal tecnico livornese: cucire il gioco? A cosa serve? L'argentino non può e non deve giocare a 60 metri dalla porta, è inaccettabile. Perde di pericolosità ed è inutile, non è un rifinitore ma un realizzatore! E se non segna le reti che dovrebbe (e nelle gambe ne ha almeno 20/25 a stagione) si deprime e diventa, come ieri sera, una inutile zavorra da sostituire. Con l'assenza del croato Mandzukic si sarebbe potuto azzardare un 4-4-2 con Dybala accanto a Ronaldo anche per sottrarre il campione portoghese da marcature impossibili da superare: niente.
Con questo tecnico, con queste scelte dannose si rischia di far sfumare subito il sogno Champions: in Europa ci vuole un gioco offensivo e ritmo. Spero di sbagliarmi, ma a queste condizioni l'Atletico (una Atalanta con qualità immense, perchè Simeone gioca come Gasperini) farà a pezzi i bianconeri.
Speriamo di sbagliarci, ma i segnali sono evidenti. Zidane rimane sempre una opzione seria. Non dimentichiamolo.

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