
Il cielo è sempre più blu, cantava Rino Gaetano. E lo era per davvero anche per la Roma, almeno fino al minuto 89' della sfida con il Genoa di Domenica. Il gol di El Shaarawy, pochi minuti prima, aveva sbloccato una gara difficile e complicata, consentendo alla squadra giallorossa di restare a -1 dall'Atalanta, e di ridurre a due sole lunghezze il distacco dall'Inter, aprendo così addirittura alla possibilità di centrare un terzo posto che avrebbe avuto del clamoroso. Ma poi ci ha pensato Romero, all'ultimo giro di lancette, a spegnere i sogni di gloria della squadra di Ranieri, e a fiaccare, forse in maniera definitiva, le speranze Champions.
La Roma, dunque, si riscopre nuovamente fragile nella fatidica "zona Cesarini", e sempre lontano da casa.Tra le big del nostro campionato è la squadra che ha perso più punti dal novantesimo minuto in poi: ben 7. A inaugurare la serie ci ha pensato Cutrone, a San Siro, regalando la vittoria al Milan al minuto 94. Poi è stato il turno di Mertens, al San Paolo, a siglare il gol del pareggio per il Napoli al minuto 90. Il clou, però, si è raggiunto a Cagliari, dove i padroni di casa, ridotti in nove, raggiungono un insperato pareggio con Sau al minuto 95, ed in contropiede. Ed infine, l'ultima beffa, quella di Marassi di domenica scorsa, con il pari di Romero sempre al minuto 90. Punti pesantissimi, grazie ai quali la Roma, oggi, sarebbe stata praticamente già sicura di avere in tasca il pass per la prossima Champions League, ed avrebbe fatto andare nel dimenticatoio altre due pesanti rimonte subite: quella di Bergamo, proprio con l'Atalanta diretta rivale, da 3-0 a 3-3, e con il Chievo all'Olimpico, da 2-0 a 2-2. Se la Roma, quindi, come è ormai molto probabile, resterà fuori dall'Europa che conta, dovrà prendersela esclusivamente con se stessa.
E il primo effetto della probabile mancata qualificazione alla Champions arriva puntualmente il giorno dopo, con le dichiarazioni di Antonio Conte che chiude ogni possibilità di un suo insediamento sulla panchina giallorossa la prossima stagione. Non ci sono le condizioni, in questo momento, per vincere. Motiva così, la sua scelta, l'ex tecnico della Nazionale. Una vera e propria sentenza che si abbatte come un fulmine dalle parti di Trigoria. Certo non c'è lo doveva venire a dire il tecnico salentino che a Roma manca un progetto di crescita vero, ma il fatto che lo abbia dichiarato uno degli allenatori più ricercato, suona come una certificazione ufficiale di quello che è sotto gli occhi di tutti. E questo potrebbe provocare anche un pericoloso effetto boomerang, rischiando seriamente di far perdere ancora più appeal alla maglia giallorossa nell'ambiente. In fondo, diciamoci la verità, nessun tifoso giallorosso credeva davvero che Conte potesse guidare la Roma nel prossimo campionato. Se ciò si fosse incredibilmente materializzato saremmo stati di fronte, probabilmente a due scenari: o ad una svolta epocale nella gestione Pallotta. o forse qualcuno avrebbe cominciato a pensare che le voci di un presunto interessamento degli arabi del Qatar ad acquisire la Roma, non sarebbero state poi così infondate, prospettando, quindi, un cambio di proprietà all'orizzonte.
Tutte fantasie. Il popolo giallorosso può tornare con i piedi per terra. Conte non arriverà, Pallotta rimane saldamente al comando del club, e senza i preziosi introiti Champions è pronto a dar vita ad una nuova estate di passione, fatta di cessioni eccellenti. E su questo, il presidente americano può stare tranquillo. Almeno, in Italia, lo scudetto delle plusvalenze, non glielo leva nessuno.

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