
Mentre il nostro calcio è concentrato sulla Champions e sul prossimo turno di campionato, ci si avvicina a grandi linee alle festività natalizie.
Non per il calcio però che quest'anno non sarà così buono con i suoi protagonisti e li costringerà a digerire il panettone molto in fretta perché, dopo il turno del 22 Dicembre, con Milan-Fiorentina e Juventus-Roma a fare da gustoso antipasto ai cenoni natalizi, si giocherà a Santo Stefano (con un Napoli-Inter da urlo) e poco prima di capodanno, il 29 Dicembre ci sarà l'ultimo turno prima di una lunga pausa per far riprendere il tutto il 20 Gennaio, quando ormai sarà troppo tardi...
Troppo tardi per parlare di Capodanni indigesti, o di carboni ardenti portati da una befana ormai moderna e dotata di scopa elettrica. Troppo tardi per parlare di mercato, che sembra sia l'unica cosa che conti, pure più del calcio giocato, con leggendarie trattative che non porteranno a nulla se non a fare qualche titolo di giornale.
Babbo Natale, almeno lui ci perdonerà, non scenderà in campo ma i calciatori si: felicissimi per questa meravigliosa innovazione. Si lamenteranno dicendo che almeno la festività per antonomasia l'avrebbero voluta festeggiare in famiglia. Diranno che questo calcio non va bene e penseranno che ci sia una congiura. In realtà sanno che fondamentalmente tocca a loro soffrire per fare godere lo spettatore a casa che potrà vedere questi matti in pantaloncini correre dietro un pallone, tra un digerseltz e l'altro. E quando la digestione sarà lenta e l'abbiocco inaccettabile, all'improvviso esploderà esultando per una rete dei suoi beniamini. Per poi tornare, rigorosamente, in pieno stato di morte apparente cercando di superare lo choc delle mangiate del giorno prima.
Non si potrà più dire, in futuro, che questo o quel tecnico non mangerà il panettone in caso di scarsi risultati: la punizione sarà esattamente l'opposta, mangiarlo anche in campo tra primo e secondo tempo.
Finito il buonismo del 25 Dicembre, a Santo Stefano potremo comunque arrivare alle mani con i vicini di casa o contro i tifosi avversari discutendo per un rigore concesso o no dal Var (che per l'occasione vorrà dire Video Assistance Renne), per un furto con scasso compiuto da un centravanti furioso perché non a casa il giorno prima, ma in ritiro. Le palle dell'albero verranno staccate con dovizia e cercheranno, con assoluta criminalità e arbitrarietà, lanciate in campo e sugli avversari. Perché se è vero che si dice "Natale con i tuoi", a Santo Stefano si dovrà intrattenere quelli che dalle case bunker piene di suocere e mogli impazzite per le festività, con la smania dei regali e dei centri commerciali, scapperanno per andare allo stadio: cosa che non farebbero mai in tempo di pace, ma sicuramente in tempo di guerra sarà una grande idea. E oltre a poltrone addobbate a festa, ci saranno stadi pieni. Pieni come delle botti e con un livello di inappetenza mai vista: i tifosi allo stadio saranno sazi e il calcio sarà l'unica speranza di sopravvivere alle colossali mangiate dei giorni precedenti.
L'Italia, che ama copiare le altrui tradizioni, farà come l'Inghilterra e la Nba che da anni se ne fregano delle istanze dei professionisti dello sport e li sfruttano come se non ci fosse un domani. La formula avrà successo, io avrei giocato anche il giorno di Natale alle 12, fosse stato per me.
Tanto poi, per i giorni a venire manderemo improperi a questi campioni dello sport che si vendicheranno postando sui social le loro vacanze da sogno in posti che per noi umani non sono sicuramente raggiungibili.
O è Natale tutti i giorni, o non è Natale mai: auguri!!!

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