
Riparte, a breve, la nazionale italiana di calcio che, con le gare con la Finlandia del 23 marzo e col Liechtenstein del 26, comincia il percorso nel tortuoso giro delle qualificazioni europee del c.t. Roberto Mancini. Obiettivo, stavolta da non fallire visto anche che le avversarie del girone sono parecchio modeste. Certo brucia ancora il modo in cui gli azzurri non sono andati al mondiale russo, ma ormai è acqua passata anche se è passato solo poco più di un anno e mezzo da quella delusione.
Da cosa ripartire? Giovani d'avvenire o vecchi arnesi da riproporre in caso di necessità?
Secondo il mio modesto avviso il tecnico Mancini deve ripartire dal gioco, indipendentemente dagli interpreti deve esserci una idea comune e anche la scelta del selezionatore deve essere orientata a questo. Come ogni anno poi, alcune stelle sono nate, vedi l'ottimo Zaniolo che abbina tecnica, gioventù e forza fisica e altre si sono piano piano eclissate, come Belotti del Torino o Insigne del Napoli che non ne indovina una da mesi.
E' vero, manca un centravanti giovane, ma esistono una sfilza di esterni e trequartisti su cui puntare in attesa che Moise Kean abbia delle chance alla Juventus, forse solo dopo l'eliminazione dalla Champions più che probabile dei bianconeri, e che soprattutto metta la testa a posto. Potrebbe avere chance Quagliarella ancora integro e in grande forma, e per una competizione breve come una fase finale potrebbe ancora dire la sua: è chiaro che si spera nella nascita di una novità improvvisa anche se all'orizzonte si vede poco, molto poco.
Il problema è che la squadra guida della nostra serie A e del calcio italiano dei club, la Juventus, ha pochi, anche se forti, italiani utilizzabili: Chiellini e Bonucci, insidiati dall'ottimo Romagnoli del Milan, sono una garanzia. Bernardeschi è sicuramente un grosso nome su cui puntare ma manca ancora della necessaria continuità. Il ruolo di portiere è coperto dall'ottimo Donnarumma, degno erede dello straordinario Gigi Buffon.
Alla fine il nostro centrocampo, modesto per numero di centimetri e di chili, sarà guidato da Jorginho e Verratti, ma manca un mediano forte di testa e con un fisico da corazziere: con avversari dotati sarà dura prevalere se non usando la tecnica. Il giusto mix tra esperienza e gioventù è importantissimo e sarà compito del tecnico amalgamare i tanti giocatori che sono osservati per la maglia azzurra.
Una volta esisteva un blocco di una grande, in genere la Juventus, e ora invece siamo pieni di stranieri di dubbia qualità, che rubano il posto ai nostri giovani con la scusa che il loro costo sia inferiore ai nostri: la trovo una stupidata enorme. Molti dei convocati in nazionale giocano pochissimo e anche male nei club, ma il talento e il coraggio ad alcuni tecnici non manca. Sicuramente non a Spalletti o Allegri, che sui giovani non credono mai e poi mai, ma a Di Francesco, che però potrebbe presto essere licenziato dalla Roma, e ad altri si: in ogni caso sarà fondamentale trovare la giusta alchimia tra i senatori e gli allievi terribili sperando che Dio ce la mandi buona...
La nazionale è patrimonio di tutti, ci fa scendere in strada e abbracciare tutti quando si vince. Ci fa infuriare quando perde o ci delude. Ma è sempre il nostro cuore, di italiani, che si unisce verso un unico obiettivo: la vittoria.
Speriamo che questa sia una meravigliosa storia da scrivere: ai posteri, e speriamo noi ai postumi, l'ardua sentenza.

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