
Jorge Luiz Frello Filho, Noto come Jorginho: un nome che non suona molto italiano, ma questo poco importa. Da lui l'Italia deve ripartire. Vero è che non ha reso al meglio nelle due gare di Uefa Nations League disputate dalla nostra nazionale, ma questo non significa che debba essere messo in discussione il suo ruolo di pedina fondamentale del centrocampo azzurro.
Stiamo parlando infatti di uno dei più grandi registi del panorama europeo e a dimostrazione di ciò è il modo in cui si è inserito nei meccanismi del Chelsea di Sarri, la personalità che dimostra è notevole, dirige la mediana dei blues composta da campioni affermati come Kantè e Kovacic con giocate di classe e decisi richiami ai compagni quando sbagliano la giocata. Se non è riuscito a dare grandi prove del suo talento in queste due partite internazionali il motivo è, come spiegato da lui a Tardelli (che non ha la ragione dalla sua parte solo perché è un campione del mondo), che aveva sempre un giocatore attaccato quando l'Italia provava ad impostare, e che lui non si proponeva per non portare l'avversario in zona palla ma per lasciare spazio ad un altro dei centrocampisti che avrebbe dovuto a sua volta proporsi per impostare l'azione al suo posto. Questa lezione deriva molto probabilmente dal suo mentore calcistico Maurizio Sarri.
Il problema dell'Italia insomma non è stato Jorginho quanto la mancanza di organizzazione di vie alternative all' italo-brasiliano per l'impostazione del gioco, e di questo bisognerebbe chiedere spiegazioni al Commissario Tecnico Mancini o al limite imputare le colpe alla scarsa qualità dell'organico della nazionale italiana.

Caro autore, che il piccolo Giorgio sia uno dei più grandi “guidanti” del panorama europeo…beh aspetterei un attimo ad affermarlo, almeno fino alla prima vittoria con una delle sue squadre. Non abbiamo controprove sulla teoria dello “smarcamento del compagno”, ma ci potrebbe anche stare. Se poi anche il suo mentore provasse l’ebbrezza di 1 successo vero, forse anche il suo processo di crescita vivrebbe un’accelerazione! Alla prossima
La teoria dello “smarcamento del compagno” viene insegnata nelle scuola calcio più preparate, glielo garantisco.
Gran bel articolo, complimenti!
Peccato che nessuno gli abbia spiegato che non sta giocando a rugby e quindi la può passare anche in avanti
Grazie per la risposta, non sono d’accordo con lei, alcuni passaggi indietro sono funzionali a facilitare il giro palla della squadra per cercare spazi dove attaccare.