
Ormai ci si sta abituando. Romelu corre, punta l'avversario e con un movimento sgraziato, tendente alla caduta, salta l'uomo e e calcia in porta, rete.
E' realmente così?
Gli scettici del post Icardi bocciarono immediatamente il nuovo acquisto, voluto a qualsiasi costo da Conte, con commenti degli avversari che sorridevano alla cifra spesa, 65 milioni (ma spalmati in più anni) in relazione al fatto che Lukaku diventa l'acquisto più costoso dei nerazzurri.
"Volevo solo l’Inter, perché Inter is Not For Everyone. Sono qui per riportare i nerazzurri alla vittoria" le prime parole estive di Romelu, ma dopo tante frasi fatte riportate dal precedente numero 9 nessuno lo prende sul serio.
Ieri, al San Paolo di Napoli, ecco l'ennesimo Lukaku Show, un mix di potenza, accelerazioni e...sorrisi.
Sì, sorrisi, perché il gigante buono appare troppo buono in un mare pieno di squali, dove se l'Inter vince è più demerito dell'avversario, dove se arrivano 14 gol in Serie A sono comunque meno di quelli che ha realizzato Ciro Immobile, dove è meglio illuminarsi per una tripletta di Cr7 che non alla vittoria della banda Conte in uno stadio che non veniva espugnato dal 1997/98, targato Ronaldo, Il Fenomeno.
Lukaku però non dà peso a nulla, viene abbracciato da Esposito al gol, corre, segna e fa segnare, e chissà se in terra francese qualcuno controlla col ghigno il peso di quella maglia numero 9, con la paura che il ricordo del passato svanisca in fretta.
Se questa sarà l'alba del 2020, quella del nuovo Romelu, diamo merito ad una squadra che sta tenendo aperta una Serie A che man mano per pezzi e appeal, pronti a sorridere per le sgroppate, sgraziate, del nuovo Lukaku.

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