
Va sempre a finire così, o quasi. E comunque, nella stragrande maggioranza dei casi, in porta, ci finisci per sbaglio. Una piazza o una spiaggia, un gruppo di ragazzini, un pallone. "Ultimo in porta", gridano tutti. A finirci, in porta, sarà chi si è espresso con meno velocità. La porta. Che può essere un portone in legno o il basculante di un garage, due pietre evidenti o due ciabatte fissate in verticale sulla sabbia. Il ragazzino che per ultimo si è pronunciato, si piazza in mezzo. Gli altri corrono e sudano e scalciano. Insomma, si divertono. Lui sta al centro di quella che, in quegli istanti, considera la sua prigione. Guarda gli altri divertirsi mentre lui si annoia. Poi l'azione si avvicina, sempre di più. Giunge un tiro teso. Non c'è altro da fare se non acciuffare il pallone, quindi colpo di reni e parabola sventata e palla che rotola lontana. Gli altri ragazzini osservano stupiti. Qualcuno esclamo: "bravo!". Un altro abbozza un applauso. Una parata bella ed efficace. Il ragazzino che per ultimo si è espresso sorride. E pensa: vuoi vedere che, stare in porta, quasi quasi...
A volte le cose belle capitano per gioco o forse è il destino a metterci del suo. Quel che è certo è che numerosi miei conoscenti che hanno iniziato la loro avventura in questa maniera, dalla porta non sono poi voluti più uscire. Il portiere, l'eroe solitario. Ai lati e sopra la testa, i legni che delimitano qualcosa da preservare e proteggere. Il peso che impone il ruolo è considerevole, poiché se un compagno in campo sbaglia un passaggio, spesso passa in sordina; ma una palla che sfugge dalle mani del portiere può costare caro. Il margine di errore è ridottissimo: una papera può risultare un fallimento. Ma è anche vero che una parata importante che salva il risultato può valere quanto un gol.
Il calcio è fatto di istinti e pianificazioni. Di dribbling efficaci, parabole che tagliano il campo, assist importanti e reti da gonfiare. E anche di voli, da un palo all'altro, per proteggere i sogni. Perché il portiere, che magari in quel ruolo ci è piombato per sbaglio, poi, di quel ruolo, si innamora. E sa che di lui i compagni si fidano e sulla sua figura ripongono la propria fiducia. Lui, che da solo può sventare il pericolo. Lui, che vola da un palo all'altro. Per inseguire un pallone. Per regalare un'emozione.
- Login o Registrazione
DI' LA TUA
0