
Un altro weekend di calcio giocato è andato via, il primo di dicembre, che potremmo definire come il mese più caldo (si fa per dire) del calcio italiano. Ma oltre a gol ed emozioni, polemiche e rimpianti, questa tre giorni di calcio ci ha raccontato altro.
Le partite più calde alla vigilia erano due: Fiorentina-Juventus di sabato alle 18 ed Atalanta-Napoli, posticipo del lunedì sera che ha chiuso la giornata.
A Firenze si è consumato uno degli episodi più beceri dell'intera stagione; di fronte al settore ospiti, dedicato appunto ai sostenitori juventini, sono comparse delle parole (circolate ancor più velocemente per via di un tweet) che hanno creato sgomento e disgusto in tutti noi:
"Heysel -39
Scirea, brucia all'inferno!"
Il disprezzo verso l'autore/gli autori del gesto è quasi superfluo da sottolineare, se non che a farlo ci abbiano pensato tante autorità del mondo calcistico. Da Allegri, allenatore della Juve, che ha evocato l'arresto in casi del genere, a Pavel Nedved che ha definito triste, diseducativo e vergognoso l'accaduto. La famiglia Della Valle ha preso con forza le distanze da tutto ciò, e ha provveduto al rifacimento del muro imbrattato. I pareri a riguardo sono stati svariati ma su uno mi preme porre maggiore attenzione: a dire la sua ci ha pensato anche Mariella Scirea, moglie e vedova del compianto Gaetano, scomparso nel 1989 in un incidente stradale in Polonia ma mai dimenticato dai tifosi bianconeri, di cui è stato uno storico capitano.
"Gaetano avrà perdonato, ma io no. Io e la mia famiglia non meritavamo una cosa di questo genere, è stata una violenza brutale che mi ha fatto provare un forte dolore al cuore. Credo sia necessario prendere dei provvedimenti perché iniziano a essere tanti gli episodi e non mi piace far finta di nulla. Bisogna far rispettare le regole, se vogliamo essere d'esempio per i giovani".
La vicenda assume i contorni dell'inverosimile se si pensa che, a margine dell'inizio del match, un gruppo di giocatori juventini, capitanato da Giorgio Chiellini, ha deposto un mazzo di fiori sotto la Curva Fiesole, cuore del tifo Viola, per onorare e ricordare Davide Astori.
D'accordo la rivalità tra la Viola e la Vecchia Signora, ma quando è troppo è troppo. Non è possibile permettere a pochi individui - perchè sono sicuro che in pochissimi possono commettere un tale gesto - di infangare l'immagine di una città e di una tifoseria, ma soprattutto di rovinare il clima che ruota attorno al calcio e alle partite, già teatro in passato di avvenimenti e scontri anche di maggior rilievo.
L'altra partita che ha fatto parlare di sè (ben prima che iniziasse) è stata Atalanta-Napoli. Napoli è una piazza presa tanto, troppo di mira. La città e la tifoseria sono spesso insultate negli stadi, per via di cori e stereotipi parecchio pesanti.
A chiarire quello che è il pensiero bergamasco ci ha pensato la Curva Nord atalantina con un comunicato diffuso prima della partita in cui si spiega come gli sfottò siano considerati soltanto una questione da stadio, e che tale rimane senza sfociare nel violento o nel personale. "Bergamo ha sempre schifato i cori beceri e gli ululati razzisti. Bergamo ha dimostrato di essere sempre stata una piazza matura e credibile".
Un applauso ai tifosi dell'Atalanta lo ha riservato l'allenatore del Napoli, Ancelotti, a fine partita: "Il pubblico di Bergamo ha dato dimostrazione di maturità, ha creato un bel clima, di grande civiltà. Questo deve essere il calcio: una festa di sport, in cui c'è un vincitore e un vinto. E' stata una bellissima serata per tutti, anche per i tifosi dell'Atalanta che saranno sì dispiaciuti per la sconfitta, ma contenti per l'atteggiamento della propria squadra. C'è stato un segnale di come dovrebbe essere una serata di sport dentro e fuori dal campo".
Perchè in fondo dimostrare lealtà e correttezza sia in campo sia sugli spalti, non deve essere visto come qualcosa di straordinario, ma piuttosto deve essere la normalità.
E per gente come Astori e Scirea lo era eccome.

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