
Ci sono amori che fanno giri immensi e poi ritornano, parafrasando Venditti. È il caso del ritorno sempre più probabile nella realtà juventina del suo simbolo, del volto in copertina di questo straordinario ciclo di successi: Gigi Buffon. In questi giorni tribolati in casa Roma non si può tralasciare l'amarezza dei tifosi della Magica circa gli addii controversi di Daniele De Rossi e Francesco Totti. A far parlare di sé, oltre alla burrascosa conferenza d'addio dell'ex numero 10, è la definitiva chiusura delle porte alle bandiere nel mondo del calcio.
La passione sembra aver lasciato spazio, a primo impatto, all'aziendalismo sempre più marcato nelle società di calcio. Bene, sembra, perché la realtà (per fortuna) è ben diversa. I calciatori sono professionisti e come tale devono dare il 1000% al momento in cui rappresentano determinati colori. Come ha ribadito anche Maurizio Sarri prima del suo annuncio come tecnico della Juventus '' non ho rimpianti, a Napoli ho dato tutto e sono rimasto fedele. Ma mica si resta fedeli ad una moglie da cui hai divorziato?". Queste parole, oltre a rappresentare un macigno duro da digerire per i partenopei, dovrebbe far riflettere su cosa sia una vera bandiera e sull'importanza di essa. Si tratta di svolgere con serietà e professionalità il proprio mestiere.
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