
Da qualche ora Ibrahimovic è arrivato a La Madonnina per effettuare le visite mediche. L'accoglienza ricevuta da parte dei tifosi, già da stamattina a Linate, è stata grandiosa. Ma tutto questo entusiasmo per un campione di tutto rispetto ma non proprio di primo pelo non rischia di dirottare altrove i veri problemi di un Milan allo sbando?
Ibra per qualità tecnica e personalità inciderà sia in campo che nelle logiche di spogliatoio. Ma, a mio avviso, non credo che le gesta di un top player siano necessarie a risollevare le sorti di un club allo sbando.
Anche perché la colpa, che ricade, per la cronaca, principalmente su chi scende in campo (e questi ultimi, sia chiaro, di colpe ne hanno eccome) andrebbe ricercata anche fra dirigenti e manager confusi che hanno ben pensato di fare un bel regalo di Natale per sopperire a mancanze evidenti in tutti gli ambiti societari.
Non sarà lo stesso Milan nel quale ha militato anni fa e questo, lo svedese, lo sa. Però a sentire le prime dichiarazioni, trapela sicurezza e tanta voglia di far bene. I tifosi intanto vedono in lui un barlume di speranza ma, da che mondo è mondo, nella storia degli sport di squadra, nessun singolo ha mai fatto le glorie di un club. Per queste è necessario il collettivo: quello con gli scarpini e quello con i colletti bianchi. Tutti necessari, per salvare una stagione.
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