
"Se gioventù sapesse e se vecchiaia potesse": in questo adagio è racchiusa, anche nel calcio, l'essenza contraddittoria della natura umana. Gonzalo Higuain, che "vecchio" lo è solo per gli standard sportivi, sembra essere caduto in una fase del "vorrei ma non posso" in cui alcuni limiti esterni ne condizionano il rendimento. Alcuni sostengono che l'argentino sia entrato nella parabola discendente della propria carriera ma a ben vedere questo periodo "strano" del Pipita potrebbe rivelarsi soltanto un periodo passeggero.
Forse la scelta estiva di andare al Milan non è stata figlia di una decisione serena e meditata dato che a Torino si era appena palesata l'ombra ingombrante di CR7. Milano sembrava essere la via giusta per proseguire a fare goal ma qualcosa non è andato nel verso giusto. La squadra rossonera non è forse l'orchestra migliore per un calciatore che ha bisogno di venir valorizzato con passaggi precisi ed invitanti all'interno dell'area di rigore mentre il gioco rossonero sotto questo punto di vista ancora latita un poco.
E' altrettanto vero che Cutrone patisce la stessa difficoltà di costrutto ma a differenza di Higuain ha saputo segnare e giocare con maggior efficacia; in questo caso è però l'ardore giovanile del numero 63 a marcare la differenza sostanziale. Può anche essere che Higuain dopo le annate in bianconero abbia smarrito quella cattiveria agonistica capace di donargli "gli occhi della tigre". Sarri e il Chelsea si presentano all'orizzonte come la cura per il malato argentino.
Ma in fin dei conti la cosa giusta da fare è quella di chiarire se il malato Higuain lo sia in modo grave o se solo abbia un classico acciacco di stagione (visto anche il periodo invernale). Parafrasando Molière ci si potrebbe trovare di fronte ad un Malato Immaginario con la differenza che la malattia di Higuain è più alimentata dall'esterno che dalle ipocondrie dell'attaccante. Rottamare un bomber di tale spessore pare una mossa azzardata ed il ragazzo andrebbe valutato ed interpellato per ciò che sta vivendo interiormente ma l'ex di Napoli e Juve resta comunque un cavallo su cui puntare serenamente sopratutto per un Milan che se vuole tornare grande necessita di grandi giocatori.
Diversamente tutto cambia in caso sia il calciatore a voler a tutti i costi cambiare aria. Indipendentemente però da quale sarà la prossima residenza di Gonzalo, siamo convinti che il suo nome e la parola "goal" faranno rima ancora per un buon periodo.

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