
Eriksen non è un fuoriclasse, e probabilmente neanche un campione. Ottimo centrocampista, ma poco prolifico e incisivo, più apparenza che sostanza. Mai alcun titolo collettivo o individuale di spessore, salito alla ribalta tardi e ormai promessa decaduta a 27 anni. Nessuna candidatura al Pallone d'Oro, evanescente e quasi controproducente nelle partite di cartello, come quando per poco non elimina il Tottenham dalla Champions con un errore contro il Manchester City, che porta al goal annullato a Sterling. Raramente in doppia cifra sia per goal che per assist, è un ottimo calciatore senz'altro, forse tra i primi 20 centrocampisti al mondo, ma in Serie A meglio Pjanic e il suo compagno Brozovic. Duttile ma incognita tatticamente, si perde nel marasma degli incompiuti, tanto che all'Ajax era stato accostato addirittura a Cruijff o comunque a Laudrup, suo connazionale, pur essendo in realtà tecnicamente due spanne sotto. Una promessa finora mancata e deludente, ma che ha nell'Inter e in Conte una spiaggia per mostrare che questi paragoni non siano poi così azzardati.
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