
La splendida Atalanta passeggia neanche fosse la vecchia Signora in quel di Mompiano schiantando il derelitto Brescia per 3-0. Non ricordo a memoria calcistica pur fervida una sfida tra le due acerrime rivali tanto impari come l'odierna, quasi da sospendere per manifesta superiorità degli orobici. Intendiamoci amici lettori, non è che ci si potesse attendere il contrario dal confronto tra la formazione reduce dalla prima leggendaria vittoria di Champions League e la squadra agonizzante del presidente rockstar in evidente stato confusionale.
Quanto andato in onda allo stadio Rigamonti è però un inedito derby tra squadre di due categorie diverse ,una di Serie A e una di B e non perché li consideri già retrocessi. Chi mi legge su queste pregiate colonne rosa conosce bene il mio pensiero in generale e sul Brescia Calcio 1911 in particolare: massima stima e totale rispetto della storia bianco blu espressa anche nel recente mio pezzo dove magnificavo il lavoro di Eugenio Corini e dei suoi numerosi e valorosi ragazzi italiani titolari all'indomani della sconfitta casalinga contro la Juventus.
In fondo ,pur perdendo, non avevano mostrato l'assoluta impotenza messa in campo contro la Dea , allora ne sottolineavo giustamente la splendida realtà creata attorno a Balotelli , purtroppo per loro durata poco. Ho trovato inspiegabile il cambio in panchina soprattutto perché il subentrato Fabio Grosso me lo ricordavo solo per il rigore che ci fece vincere il quarto mondiale. Come allenatore per me non è mai esistito, credo proprio l'abbia capito anche Massimo Cellino che penso stia per richiamare Corini. Personalmente ritengo Cesare Prandelli l'unico in grado di salvare il salvabile, compreso SuperMario Balotelli che andrebbe difeso coi denti da tutto l'ambiente almeno finché è a libro paga, così come faceva da Carlo Mazzone proteggendo Roby Baggio.
Il mio sincero e sportivo augurio è che ce la possano fare perché era dai tempi del grande Brescia di Corioni ,Pirlo e il campione vicentino che non si abbonavano in 10.000 nella città della leonessa d'Italia, e forse il merito è anche del ripudiato attaccante di colore che resta l'unico in grado di fare la differenza insieme allo splendido fuoriclasse Tonali.
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