
Il calcio romantico non è morto. Il verdetto è arrivato ieri sera poco prima delle 23 quando il triplice fischio di Pasqua ha decretato la vittoria netta della piccola Atalanta di Gasperini sulla grande Juve di Allegri e, soprattutto, di Ronaldo, l'uomo della Champions.
Solo poche ore prima era stata invece la Fiorentina del figlio d'arte Chiesa ad asfaltare letteralmente una Roma mai in partita, apparsa spenta e nervosae ritratta alla perfezione dalla follia di Dzeko, espulso per proteste insensate quando ormai la gara era già ampiamente chiusa.
E' stata una serata di rivincita per un calcio dal sapore antico, fatto di emozioni, di cuore e di passione. Un calcio che sembrava morto, soffocato sotto montagne di milioni e di sponsor. Ci ha pensato un ragazzone colombiano che sta vivendo la sua miglior stagione di sempre a scacciare il peso del denaro e far sognare i nostalgici. Zapata si conferma incontenibile e questa volta, è stata la Juve, la più forte, a farne le spese. La sua doppietta, che si aggiunge al secondo gol consecutivo di Castagne dopo quello in campionato che ha dato il via alla rimonta strepitosa sempre ai danni della Roma, è stata una sentenza per la Vecchia Signora. Che, almeno per quanto riguarda la Coppa Italia, si è dovuta arrendere e dovrà lasciare il trono a qualcun altro. Magari proprio all'Atalanta che può ora sognare la finale, sicuramente supportata da tanti appassionati che saranno disposti a mettere da parte le proprie bandiere per tifare un calcio che sembrava non potesse esistere più.
La Dea vola sull'Olimpo, raggiungendo una semifinale che sembrava impossibile. L'Atalanta è finalmente diventata grande, dopo un processo di crescita continua che l'ha vista migliorare anno dopo anno; superarsi, quando già il traguardo precedente sembrava irripetibile.
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