
Il caso Eriksen-Conte è ormai da tempo sulla bocca di tutti e continua a far parlare tifosi interisti e non. Dopo le ultime prestazioni vincenti e convincenti dei nerazzurri qualcuno ha cominciato addirittura a indignarsi per il trattamento riservato dal tecnico nei confronti del danese. Nelle ultime quattro gare (due di Champions e altrettante di campionato) l'Inter ha subito una sconfitta contro il Real Madrid e ha ottenuto tre ottime vittorie. Eriksen è entrato a sette minuti dalla fine proprio nella sconfitta contro gli spagnoli, ha poi disputato nove minuti nella gara contro il Sassuolo; non entra in campo contro il M'Gladbach, per arrivare fino ai tre minuti tanto contestati nella partita di ieri contro il Bologna. Qualcuno è arrivato a parlare di umiliazione e di mancato rispetto. Sembrano parole forti e soprattutto fuori luogo. Anche perché lo stesso trattamento è stato riservato anche a Sensi e Hakimi contro il Sassuolo e a Perisic nella trasferta di Champions in terra tedesca. Mi sembra folle immaginare che un allenatore abbia tra le mani un gran talento e, solo per un dispetto, decida di fare del male a sé e all'intera squadra non schierandolo. Trovo molto più veritiera l'ipotesi che Conte veda quotidianamente Eriksen e i suoi compagni durante l'allenamento; e che quindi abbia sotto gli occhi chi e quanto può dare alla squadra ogni singolo elemento sia tecnicamente che mentalmente. Se poi aggiungiamo le dichiarazioni al veleno che il danese rilascia ogni volta che indossa la maglia della sua nazionale e lo scarso atteggiamento dimostrato tutte le volte che viene schierato con la maglia nerazzurra allora non è così complicato intuire il perché un giocatore così faccia fatica a trovare spazio nella squadra di Conte, uno che ha sicuramente un carattere complicato da gestire per la società (ha lasciato male le ultime squadre dove ha allenato: Juventus, Italia e Chelsea) e che ha un pessimo rapporto con l'Europa calcistica (non un dettaglio purtroppo); ma che ama particolarmente i calciatori che danno tutto per la maglia, che corrono, che si sacrificano per i compagni e che entrano in campo con lo sguardo cattivo, con la "faccia brutta". Tutte caratteristiche che a Eriksen mancano e non lo si può nascondere. Così hanno perso tutti: la società Inter, l'allenatore, ma soprattutto il calciatore.
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