
La frase "basta un punto" per l'aritmetica qualificazione al turno successivo non fa esaltare il tifoso bianconero: è sinonimo di squadra di provincia, di basso lignaggio, di ambizioni limitate al semplice "l'importante è partecipare".
Ma la Juventus non deve essere e non è quello, e questo necessario cambio di mentalità è necessario per arrivare a Marzo, quando le gare conteranno il doppio rispetto ad adesso, con le armi ben affilate per vincere questa "maledetta" Champions League.
Avete mai sentito il Real Madrid, il Barcellona o il Bayern parlare di giocare per ottenere il punticino che manca per festeggiare una qualificazione in Europa? Nemmeno per sogno e per nessuna ragione.
Questa mentalità tipicamente di Allegri, mai amatissimo dai tifosi proprio per alcune gare di attesa quando si giocava per il punticino o per limitare i danni (Tottenham, Bayern o Napoli sempre all'Allianz), deve assolutamente scomparire. La Juventus deve assaltare l'avversario, deve essere cattiva sotto porta, deve comandare il gioco e il tecnico livornese deve rimarcare questa mentalità e non fare scelte assurde (come quella di Barzagli in un folle 3-5-2 che è costato il suicidio contro il Manchester United).
Attaccare per vincere e senza fare calcoli, doveva essere già tutto chiuso due settimane fa prima della sfida con uno dei Manchester United più scarso di sempre ma è andata molto male per la maledetta mania di gestire le partite: è un imperativo categorico che i tifosi non accetteranno più.
Come dimostrato in campionato contro la Spal, per vincere in campionato basta molto poco (le prodezze dei singoli e un paio di accelerazioni di Douglas Costa). In Europa ciò non basta e non ci si deve adagiare.
Ronaldo stasera vorrà riscattare l'assurda espulsione dell'andata e sicuramente trascinerà i compagni all'attacco.
La sua avventura in Champions League con la maglia della Juventus era cominciata come peggio non poteva immaginare: prima, contestata espulsione in Europa dopo mezz'ora, contro ogni aspettativa. Dieci gol e oltre 70 giorni dopo, Cristiano Ronaldo è in tutt'altro momento: si è sbloccato, anzi ha segnato a raffica, si è preso la Juve. Ma in Champions non è ancora stato decisivo.
Che fosse soltanto questione di tempo era chiaro, soprattutto dopo l'inizio difficile alla ricerca di un goal che non arrivava. Però nei primi tre mesi di CR7 a Torino manca ancora una voce da spuntare sulla lista delle cose da fare: decidere una gara di Champions League. Contro il Manchester United in casa il suo splendido destro al volo si è rivelato inutile, vista la rimonta dei Red Devils nei minuti finali.
La grande occasione per trovare il goal pesante anche in Champions League si ripresenta questa sera contro il Valencia, proprio quella squadra contro cui Cristiano aveva iniziato nel peggiore dei modi la sua avventura europea in bianconero. Contro gli spagnoli ha segnato già 15 volte in 18 precedenti, 6 nelle ultime 4 giocate con la maglia del Real Madrid.
L'impatto che il portoghese ha avuto sulla Juve è di facile misurazione anche a livello statistico: è entrato nel 50% dei goal fin qui realizzati, come marcatore o come assist-man. Decisivo lo è già stato, ma la firma in Champions ancora non è stata messa. All'Old Trafford, in quella che doveva essere la sua notte, il palcoscenico lo ha preso Paulo Dybala, capocannoniere bianconero di coppa proprio davanti al compagno di reparto.
La Joya, come Cristiano, sarà questa sera in campo dal primo minuto. A completare l'attacco c'è l'irrinunciabile Mario Mandzukic, con Douglas Costa e Cuadrado che si dovrebbero accomodare in panchina. A centrocampo spazio infatti al rientrante Matuidi, restano punti fermi Pjanic e Bentancur. Dietro la miglior difesa: Cancelo e Alex Sandro i terzini, Bonucci e Chiellini cerniera davanti a Szczesny. Out Bernardeschi, oltre a Emre Can e Khedira.

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