
Chi pensava di averle viste tutte non poteva certo immaginare di assistere all'ennesima quanto imbarazzante puntata della cialtroneria applicata al calcio internazionale girata però in Italia come da collaudatissimo copione.
Indiscusso attore protagonista l'ex gloria blaugrana Luis Suarez, mordace puntero uruguagio dai lunghi incisivi messo alla porta dal fresco allenatore orange Koeman.
Il killer d'area di rigore non ha perso tempo così come i numerosi club suoi estimatori, più di tutti la Juventus per mezzo del buon Paratici, mai come stavolta degnissimo erede di Lucky Luciano Moggi.
L'avvincente trama del film ricalca quella delle più famose spy stories: in virtù delle origini friulane della consorte bisogna a tutti i costi che il bomber dei 2 mondi diventi improvvisamente comunitario grazie all'escamotage garantito dal superamento dell'esame nella nostra lingua viatico del fiammante passaporto su cui apporre la sua foto in bianconero anziché a colori come fanno i comuni mortali.
Al pari dei migliori film d'azione non poteva certo mancare il colpo di scena che sconfinava nel penale poiché il nostro celeberrimo esaminando pur non spiccicando parola veniva miracolosamente promosso per la generosa mano dei docenti che anziché giudicarlo lo accompagnavano in carrozza a superare l'esame come evidenziato da colorite quanto inequivocabili intercettazioni operate dalla solerte guardia di finanza.
Ad oggi si fa un gran dibattere sul ruolo che avrebbe avuto la vecchia Signora in tutto ciò, io farei piuttosto riferimento al famoso detto "A pensar male si fa peccato ma si indovina quasi sempre" e comunque la penso esattamente come Arrigo Sacchi quando afferma che l'Italia è un Paese di adulatori dei potenti che da noi si trovano a meraviglia, calciatori compresi.
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