
Domani sera ci sarà la finale dei Campionati del Mondo tra la Francia e la Croazia. A guidare l'attacco dei "bleus" ci sarà Giroud, 32 anni dell'Arsenal, centravanti moderno che in questo mondiale è ancora a secco ma che è irrinunciabile per Deschamps. Ha addirittura preso il posto in nazionale di Benzemà, stella del Real Madrid, nonostante la sua idiosincrasia al goal. Potremmo dire che Giroud è un Petagna che ce l'ha fatta! Uno di quei centravanti a cui i tecnici non rinunciano perché prendono botte, fanno salire, la squadra ma non segnano mai.
Dicesi centravanti "l'attaccante che ha principalmente il compito di segnare gol per la propria squadra"! Quindi Giroud sembra un alieno! Ma in realtà, in uno sport ormai molto evoluto e chiuso come il calcio, un giocatore così è necessario per aprire gli spazi per giocatori più forti (e la Francia ne ha molti). Se no, non si spiegherebbe la presenza di uno come Olivier all'interno di una formazione come quella transalpina. Il "bomber"transalpino (senza apparenti meriti sportivi come direbbe un famoso sito) è uno che ce l'ha fatta. Altri invece non ce la faranno mai.
E' il caso di un clone di Giroud, Andrea Petagna: per molti la negazione per il gioco del calcio, che all'improvviso, con Gasperini si è trovato al centro di un progetto, quello atalantino, che ha garantito due clamorose qualificazioni europee alla formazione del presidente Percassi. A tutto c'è un limite però: aprire spazi, non segnare mai (9 reti in due anni li segnano stopper o terzini bravi), addirittura esordire in nazionale, per poi eclissarsi dopo il ballottaggio con Cornelius prima e con l'esplosione di un giocatore vero, come Barrow non è servito per la conferma. Ad ore, lo zingaro del non goal, Petagna, andrà alla Spal a lottare per non retrocedere in una realtà più consona.
Il centravanti vero segna e i suoi goal pesano. Vi ricordate i Crespo, Van Basten, Batistuta del passato o i moderni Suarez e Cavani? Gente che faceva paura ai difensori appena la palla si avvicinava al limite dell'area di rigore. Diciamo che Giroud (che per smentirmi domani segnerà la rete decisiva nella finale mondiale) ha la fortuna di essere un comprimario in una squadra di fenomeni. Gli attaccanti che passano o scaricano la passa a chi arriva da dietro (definiti anche "generosi" come lo era a fine carriera il mitico Ciccio Graziani) piaceranno ai tecnici ma non ai tifosi che adorano "la dura legge del goal".
Perché, non è la conquista delle donne ma alla fine il tabellino che fa il bomber che resta negli annali! "Buttarla dentro" e "non avere il problema di girarsi" (come si dice in molte telecronache), nonostante il facile doppio senso, è quello che conta davvero per un centravanti. Se pensiamo che forse i capocannonieri di questo mondiale saranno Lukaku o Kane, capaci di segnare solo alle "granitiche" (nel senso di granita alla panna per quanto flebili) difese di Panama e Tunisia per poi svanire nel nulla nelle gare decisive, fa capire quanto questo ruolo sembri in via di estinzione. "Dare profondità", "aggredire lo spazio", "spizzare", "tenere palla" sono termini che, al netto delle "transizioni" gestite nel contropiede, fanno ormai della punta centrale un ruolo di comparsa.
E' un po triste non vedere gente che fa le capriole come Klose e Hugo Sanchez (che sapevano cosa volesse dire buttarla dentro): una razza che con quella dei "fantasisti", sembra destinata a morire,anche a causa di schemi rigidi e privi di creatività in cui l'atletismo la fa da padrone. Se queste punte, malate di anemia, sono imprescindibili per le loro squadra, siamo messi male. Presto sentiremo la mancanza di gente come Modric e di Andrea Pirlo, che facevano del calcio una arte che fa il paio con sinfonie mai banali e piene di musicalità. Certi giocatori, magari futuri Campioni del Mondo, saranno le note stonate di uno spartito che sta diventando sempre più noioso. Altro che bellissimo Mondiale!

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