
Premettiamo subito questo: si tratta di amichevoli estive, e per questo motivo il risultato conta relativamente, soprattutto per i tifosi e gli addetti ai lavori. Non per gli allenatori però, che meglio di altri conoscono il loro parco giocatori e già adesso saprebbero dire pregi e difetti della rosa, a due settimane dall'inizio della nuova stagione.
In casa Atalanta si è vissuto con grande euforia questo tour inglese, perché l'aria della Premier (o comunque del calcio inglese in generale) ha sicuramente dimostrato a Papu e compagni che in Champions ci sarà da faticare più del previsto, perché anche le squadre con meno qualità della Dea possono far male.
Tutti test propedeutici e per questo motivo utili per testare nuove tattiche di gioco e cercare di inserire velocemente i nuovi innesti. Tuttavia, c'è forse da analizzare qualche numero con una verve meno accondiscente e più oggettiva.
Il primo campanello d'allarme (almeno per il sottoscritto) è quell'unica vittoria ottenuta in 4 match contro il Norwich. Per il resto, 3 sconfitte che hanno palesato sì una buona condizione atletica, ma soprattutto un blando approccio tattico e tecnico del reparto difensivo.
Ad avvalorare questa tesi c'è il numero 9, come i gol subiti nelle quattro amichevoli, per una media di 2, 25 gol subiti a partita (secondo campanello d'allarme) che rimangono l'unica costante negativa che questa squadra si porta dietro dalla scorsa stagione (46 gol subiti in stagione, al pari delle romane). Semplice paranoia estiva o preoccupazione reale? Fatto sta che Gasperini sembra già esserne consapevole, e tra due settimane il campanello smetterà di lampeggiare.
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