
Se ne è andato in silenzio, senza molte righe sui giornali, il "Re del Grano", come veniva definito Pasquale Casillo.
Tralasciando la vicenda giudiziaria, dalla quale fu assolto per concorso esterno in associazione mafiosa, che lo rovinò il suo nome è legato alle imprese sportive del Foggia Calcio.
Una vera e propria leggenda quella dei rossoneri che guidati da Zeman, con un manipolo di calciatori allora completamente sconosciuti, dalla serie B hanno mostrato una volta arrivati nella Massima Serie del nostro calcio che esisteva un modo affascinante di fare calcio.
La scelta di Pavone, come direttore sportivo, e la sua competenza nello scegliere i calciatori adatti alla filosofia del tecnico boemo, fecero il resto.
Campano di San Giuseppe Vesuviano, Casillo è morto dopo una lunga battaglia a 71 anni con un fisico minato dallo stress di tragiche vicende giudiziarie che hanno portato alla detronizzazione del suo ruolo regale di principale produttore di grano.
Amante del calcio, esteta della bellezza del gesto sportivo e amante della sua terra, Casillo è stato presidente di altre squadre nel corso degli anni (Avellino tra le altre) ma non ha mai ripetuto le gesta di quel Foggia che allo Zaccheria con il suo ritmo forsennato travolgeva tutto e tutti.
Era una squadra la sua che ogni anno era considerata spacciata, nessuno conosceva spesso e volentieri gli interpreti ad inizio stagione di quella compagine, ma che poi esplodeva con il suo gioco scintillante regalando grandi campioni al nostro calcio nazionale come Beppe Signori e Rambaudi, anche se da citare ce ne sarebbero parecchi.
Casillo amava quel giocattolo che, dopo i fasti, si spense al suo massimo in maniera inaspettata con la retrocessione in serie B targata Catuzzi.
Allo Zaccheria quel calcio così bello non si è più visto ma il nome del presidente e dei suoi collaboratori resterà sempre scolpito nei ricordi di noi ragazzi dell'epoca.
Era incredibile ammirare, infatti, la cultura del lavoro imposta dal Re del Grano e dal suo tecnico Zeman al gruppo di sconosciuti che poi, forgiati nella pietra dai gradoni dello stadio pugliese, andarono a fare le fortune di altre squadre.
Con Pasquale Casillo scompare uno dei presidentissimi di un mondo che non esiste più, ma che solleticherà per sempre piacere ormai dimenticati e memorie da non cancellare per alcun motivo.
Era Zemanlandia, ma non solo. Era una poesia scritta da mani sapienti, un libro da sfogliare e da godere piano piano.
Era il Foggia, quello di Casillo.

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