Nella giornata in cui l’Italia non riesce a fare l’impresa e saluta il Mondiale, varrebbe la pena porre attenzione su un’altra notizia destinata a imprimere una macchia indelebile nella pallavolo mondiale.
Autore di un gesto pessimo è l’allenatore del Brasile Renan Dal Zotto: nel quinto set del match contro la Russia, sul 14-11 per la squadra verdeoro, ha scientemente fatto cadere una palla sul terreno di gioco per trarre in inganno i direttori di gara, bloccare l’azione e far rigiocare un punto che la Russia aveva chiuso. E quel che è peggio proprio lui si è messo per primo ad invocare la ripetizione del punto! Le immagini a disposizione della FIVB sono ineccepibili e hanno infiammato le reazioni stupite degli appassionati sui social.
Ovviamente, il misfatto non avrà il seguito che merita, perché non sono queste le notizie da proporre: ma è un vero peccato, in quanto comportamenti come questi andrebbero stigmatizzati e ci sarebbe il bisogno che, a gran voce, si protestasse contro chi li compie.
Perché è gravissimo? Perché queste cose possono accadere magari nel calcio, dove ci sono le simulazioni e spesso si assiste a gesti antisportivi; ma non certo in quelli che sono considerati come sport di elite, come si ritiene siano il rugby o la pallavolo. Di fatto, il gesto dell’allenatore brasiliano smentisce un bellissimo luogo comune su cui, gli amanti della pallavolo di tutte le età avevano costruito una meravigliosa identità culturale.
La cosa drammatica è certamente l’intenzionalità, che è palesemente presente nel comportamento di Dal Zotto; ma quel che è ancor più triste rimarcare è l’assenza di condanna da parte degli organi competenti. Perché la Federazione internazionale constatato l’accaduto ha deciso di punire Renan commutandoli solamente una giornata di squalifica.
Troppo poco, davvero. Per qualcosa che ferisce i valori dello sport fin nel profondo. Peccato dover raccontare tali episodi, e che l’occasione per arginarli inesorabilmente sia stata persa.

Purtroppo hai ragione. La federazione mondiale ha perso un’occasione per distinguersi. Peccato.
Una vergogna. E nemmeno dopo essere stato colto in flagrante si é scusato…