
Primi anni ’90. Siamo a Zadar, in Italia nota come Zara nel pieno della guerra di indipendenza croata. Nel parcheggio dell’Hotel Kolovare, ormai adibito a campo profughi per accogliere molti dei croati in fuga dalla violenza dei militari serbi, un bambino piccolo e gracile, con un caschetto biondo e i denti sporgenti, continua a palleggiare. Il pallone tra i piedi di quel bambino, che ha 7, forse 8 anni, sembra più grande di quanto effettivamente sia.
Ma quel bambino con il caschetto biondo, con quel pallone più grande di lui fa praticamente quello che vuole. Lo fa rimbalzare contro i muri, lo accarezza, poi lo calcia e lo va a riprendere. Lo coccola, lo tratta come il suo migliore amico. Almeno fino a quando non suonano le sirene e bisogna scappare tutti, per evitare una delle circa 600 bombe che ogni giorno cascano dal cielo di Zadar.
Quel bambino si chiama Luka Modric.
Luka Modric entra a giocare nelle giovanili dell’NK Zadar, ma nei primi anni ’90 la guerra è ancora un problema maledettamente serio.I bambini come lui diventano subito grandi per le strade di Zadar. Giocano sui campi di allenamento, ma appena sentono una sirena, devono correre immediatamente a cercare riparo.
È qui che il piccolo Luka impara a giocare. Qui che, molto probabilmente, impara a capire con estrema precisione e sensibilità quello che succede in campo, quello che lo circonda, quello che sta per accadere. Qui che sviluppa una visione periferica e un’intelligenza calcistica superiore che oggi ne hanno fatto uno dei migliori, se non il migliore- registi del calcio moderno.
Grazie al suo padre calcistico Tomislav Basic viene ingaggiato dalla Dinamo Zagabria dove vince tre campionati e vedono Luka mettere in mostra il carattere di un veterano, lo spirito di un lottatore e il tocco di palla di un Principe calcistico.
Il resto della storia, è cosa nota. Il Tottenham, gli occhi delle big di tutta Europa addosso, il passaggio al Real Madrid, dove, con disinvoltura, prende in mano le redini del centrocampo di una delle squadre più importanti al mondo. Ora al Principe Luka resta un ultimo sogno da realizzare: portare in cima al mondo la sua nazionale. La vittoria contro l’Argentina fa sognare i tifosi, ma il difficile deve ancora arrivare. I croati spesso peccano di discontinuità, ma non tutti. Luka Modric rientra in quella categoria di giocatori che può essere considerata dei fuoriclasse.
Con Luka direttore d’orchestra il sogno croato può diventare realtà. Modric dirigi questa squadra, questa nazione, portala sul tetto del mondo. Tutti tifiamo per te!
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