
Lorenzo De' Medici, signore di Firenze dal 1469 al 1492, oltre a governare la Repubblica fu anche un rinomato poeta. Tra i testi da lui realizzati vi è il Trionfo di Bacco e Arianna, scritto in onore di alcune feste popolari. Ad aver colpito la mia attenzione è stato un verso in particolare, a tutti molto noto: "Quant'è bella giovinezza, che fugge tuttavia".
Qualcuno, dopo questa particolare premessa, mi potrebbe chiedere: "Che c'entra tutto questo con la Nazionale italiana?". Il tutto è collegato da una parola: la giovinezza. Da qualche anno ci siamo ritrovati a pensare alla nostra Nazionale e al modo in cui poterla rendere più forte. In molti hanno pensato ai cosiddetti "senatori", ossia ai più grandi, coloro che hanno maggiore esperienza in ambito internazionale. Ma un piccolo problema è sorto durante il percorso dei senatori: la mancata qualificazione a Russia 2018. E ciò ha portato il popolo italiano a chiedersi se effettivamente una squadra composta dalla maggior parte dei senatori fosse ancora la scelta giusta, dopo quella che potremmo paragonare alla "disfatta di Caporetto". Perché la mancata qualificazione e la mancata partecipazione ai Mondiali ha portato la Nazionale italiana a essere considerata una squadra di Serie B e chi può vantare quattro Mondiali vinti, non può essere relegata a "Nazionale minore". Da qui si è iniziato a parlare di giovani in Nazionale.
Per cui il nuovo ct della Nazionale italiana, Roberto Mancini, deve aver probabilmente conosciuto in qualche modo Lorenzo il Magnifico e aver preso spunto dalla sua poesia. Tra i giovanissimi abbiamo Donnarumma e Zaniolo, classe 1999; Barella e Chiesa, classe 1997; Pellegrini, classe 1996; Romagnoli e Cristante, classe 1995; una grande presenza della classe 1994: Cragno, Caldara, Rugani, Gagliardini, Benassi, Bernardeschi, Berardi. A questa gioventù si aggiungono anche i più esperti del campo come Perin, Bonucci, Chiellini o Zappacosta, così come i new entry non mancano mai.
Ma occorre analizzare una figura importante di questa Italia, per certi versi enigmatica e che ha diviso il Paese: Mario Balotelli. Conosciamo tutti le potenzialità di Balotelli e di come possa essere decisivo in alcuni momenti. Quello che sorge spontaneo è chiedersi: "Quanto può essere decisivo un giocatore come lui?". Sicuramente è un calciatore molto importante, ma a fare la differenza deve essere l'intera squadra e non un solo giocatore. E ci si augura che la differenza possa farla questa giovane Italia, anche se come sappiamo e ce lo dice anche il Magnifico questa giovinezza "fugge tuttavia", perciò bisognerà continuare a cercare sempre dei giovani che possano dare vitalità ed energia a questa Italia che sta cercando di ritrovarsi. E' vero che Balotelli può rappresentare il nostro generale, ma non potrà fare nulla senza i soldati che gli possono e devono dare un aiuto.
Winston Churchill diceva che una grande verità sul nostro popolo: "Gli italiani perdono le partite di calcio come fossero guerre e perdono guerre come fossero partite di calcio". Se non fosse stato così, probabilmente avremmo vinto la Seconda guerra mondiale e non avremmo nemmeno una Coppa del mondo. Forse quello che sappiamo fare meglio non è la guerra ma giocare a calcio. Ed è per questo che vogliamo tornare ad essere grandi, ad essere tra le migliori Nazionali del mondo. La strada è ancora lunga, ma abbiamo le possibilità di tornare al posto che ci appartiene.
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