
Roger Federer firma il bis, il campione svizzero si laurea per la seconda volta in due anni vincitore degli Australian Open.
A gennaio 2017 nessuno, nemmeno lo stesso Federer, avrebbe pronosticato una cosa del genere. Quante incertezze all'epoca, al rientro da un brutto infortunio: recupero della condizione fisica, tenuta del ginocchio, avversari che crescono in numero e in talento, l’età che avanza. Il talento però è senza tempo, anzi quel tempo sembra averlo fermato.
A 36 anni Federer vince una splendida finale (la 30ª negli Slam), mettendo in bacheca il 20° Slam della carriera, contro un outsider silenzioso, ma che lontano dai riflettori lunedì sarà n°3 al mondo, lo stesso Marin Cilic sconfitto nella scorsa finale di Wimbledon. La gara fra i due dura più di 3 ore, Federer regala magia e talento, Cilic risponde con con il coltello fra i denti e la volontà di non essere solo una comparsa nell'ennesimo show del campione di Basilea. Ne viene fuori un match divertente e per nulla scontato.
Nel primo set Federer fa solo una cosa: paura. Break al primo e al terzo game, dritto spedito fino allo 0-4 di parziale. Sembra di assistere all'inizio della finale di Wimbledon: Cilic non riesce ad adattarsi al gioco dello svizzero, Roger gioca in scioltezza e fa male di contro balzo.
A Roger basta conservare i due servizi successi per chiudere il primo set, 6-2, in soli 24 minuti. Il destino della finale sembra già segnato, ma Cilic non ci sta a recitare la parte dello sparring partner. Il croato carbura lentamente, mette Federer nelle condizioni di dover salvare due palle break al secondo game, poi tiene il servizio nel gioco successivo dopo 16 punti giocati. Il neo n°3 al mondo (da lunedì), conduce il match ma non capitalizza il doppio fallo di Federer che gli regala la possibilità del break del 6-4. Federer non sbaglia più e il set si allunga fino al tie-break: mini break per Roger sul 3-2, ma Cilic non demorde, recupera e trasforma uno smash per il 7-5 del pareggio. Per Federer è il primo set perso del torneo. Nella ripresa Federer "ci tiene" subito a smorzare l’entusiasmo di Cilic: sul 3-2 Roger capitalizza la seconda palla break utile per strappare il servizio al croato, nel gioco successivo si inventa un dritto di contro balzo celestiale, poi chiude 6-3 il set con un netto 0-40.
Nel quarto set Federer apre ancora con un break, ma non capitalizza il secondo al terzo game. Il servizio inizia a scricchiolare (la percentuale di prime di servizio alla fine del set sarà del 36%) e lo svizzero fa fatica. Cilic fiuta la difficoltà di Roger, guadagna fiducia e piazza due break al sesto e all'ottavo gioco (trasformato alla 3ª palla break utile).
Gli scambi lunghi sembrano favorire Cilic che chiude il set per 6-3, questa volta però con un netto 40-0. Il quinto set decide il torneo. Federer tira fuori il ‘quid’ in più del campione: servizio mantenuto e break sfruttando due doppi falli di un Cilic che sembra sentire la pressione. La Rod Laver Arena si infiamma, non solo per il caldo, ma perché Federer si invola verso il successo finale. Cilic fa appena in tempo a mettere un game per evitare il bagel, il resto è un assolo: secondo break al sesto game (1-5) e punto finale ottenuto, con un netto 0-40, dopo una splendida seconda di servizio.
Per Federer è il sesto Australian Open vinto in carriera, trionfo ottenuto non solo con il talento, ma anche con un’invidiabile solidità psicologica: due volte con il match in mano, due volte rimontato da Cilic (crollato poi al 5°). Il sorriso finale però è ancora quello di Roger.
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