
E' la settimana del derby di Milano, una partita assolutamente unica nel panorama calcistico italiano. La stracittadina più nobile di tutte, e fino al giorno in cui arriva è uno stillicidio di numeri, statistiche di ogni genere, pronostici, scongiuri e riti di ogni sorta.
E' un match che come numeri di titoli non ha rivali al mondo anche se negli ultimi tempi è stata una gara tra nobili decadute in cui ha prevalso la povertà tecnica e scelte societarie assurde che hanno portato le due squadre meneghine ad essere lontane anni luce da vittorie di trofei e vertici della classifica.
Le due squadre milanesi sono cresciute tanto negli ultimi anni. L’Inter con Suning ha alzato il fatturato fino a 300 milioni ed è rientrata in Champions League. Il Milan ha un valore rosa inferiore, ma un monte ingaggi superiore.
Lo sfottò fa parte della settimana milanese pre derby e come sempre ci sarà un grande pubblico. Prisco, compianto avvocato interista intriso di cultura e di sense of humour diceva: "A Milano ci sono due squadre: l'Inter e la primavera dell'Inter". Spesso anche i milanisti cercavano di vincere la gara nell'ambito dell'ironia.
Una gara unica dove in genere non ci sono mai stati problemi di ordine pubblico.
Se partite come Lazio-Roma o Sampdoria-Genova (altre famose stracittadine) hanno bisogno di un esercito per impedire incidenti, risse, accoltellamenti e quanto di peggio possa esistere, il derby della Madonnina ha anche la particolarità che amici di vecchia data, ma di fedi diverse, vadano insieme allo stadio e si divertano come rivali per poi andare a prendersi la propria dose di sfottò di fronte a una birra a fine gara.
Il derby è stato duello fra allenatori e filosofie diverse: Rocco contro Herrera era il must, Trapattoni contro Sacchi era invece una duello tra filosofie completamente diverse. Negli ultimi tempi è il match tra proprietà esotiche e strani movimenti finanziari. E' stato un derby con gli occhi a mandorla tra Suning e Lee, anche se poi , prima di passare la mano ad Elliott, i rossoneri erano sempre e comunque nella mani di altri, anche se con fattezze diverse. E' stato il derby dei record, dei fatturati, e delle tv. Moratti contro Berlusconi: una epopea di grandi partite tra due spendaccioni dello sport amati e odiati dalle rispettive tifoserie.
E' stato il match delle Coppe dei Campioni, delle reti impossibili e di protagonisti inattesi: Minaudo un tempo lo decise in chiave interista (chi era costui) per poi sparire nell'anonimato più assoluto. Paolo Rossi, bomber mundial, segnò le sue uniche reti rossonere della carriera (ormai in fase calante) proprio contro l'Inter. E poi i grandi nomi che cambiavano maglia in città per decidere da una parte o dall'altra i derby: tutti si ricordano le reti da ex di Ibrahimovic e del fenomeno Ronaldo.
Insomma il derby di Milano è tutto: è ogni cosa per chi vive in città ma non solo.
Dal punto di vista tecnico non ci sono favoriti: l'Inter ha il vento in poppa e anche in Coppa (dei campioni), il Milan gioca un buon calcio e può mettere in difficoltà chiunque. E' la sfida tra l'elegante Spalletti e il furioso Gattuso, tra Icardi, in grande crescita, e Higuain, che non smette mai di buttarla dentro.
E' il derby delle difese roccioso e di incursori come il forte Nainggolaan e come lo spagnolo Suso. E' un duello tra filosofie simili nella cultura del raggiungimento del risultato, e diverse nell'approccio alla gara.
Ci sono tutti i presupposti per una bella gara, dove a prevalere sarà chi avrà maggior calma sulla ormai solita "frenesia da derby e a fine gara comunque vada festeggerà la Juventus, che mal che vada allungherà su una delle due rivali.
Ma questa è un'altra storia!

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